Mentre alle officine Sandron di Palermo si smontano stand e scenografie cominciano a piovere, anzi a grandinare, commenti sulla Leopolda siciliana da parte delle altre forze politiche. In alcuni casi parole che potrebbero aprire scenari tumultuosi a Palazzo d’Orleans più volte chiamato in causa negli interventi delle kermesse renziana.

E’ lapidario il commento del presidente nazionale dell’Udc, Gianpiero D’Alia che nei 140 caratteri di twitter (in questo caso anche meno) sembra anticipare una crisi di governo: “Abbiamo capito. Meglio andare al voto subito che perdere tempo”. Lo scudocrociato sostiene da sempre l’attuale esecutivo guidato da Rosario Crocetta ed il tweet del parlamentare messinese è rivolto proprio al governatore e al leder renziano della Sicilia, Davide Faraone.

Non mancano, ovviamente, le critiche dell’opposizione: “Sono riuniti a Palermo per preparare il dopo Crocetta, ma loro sono i principali sponsor di questo governo, con il quale condividono posti di potere e dal quale non si sono mai allontanato al momento del voto sulla fiducia. E oggi la Sicilia paga la loro inerzia e il loro silenzio”, dice Nello Musumeci.

E della ha parlato anche il capogruppo di Forza Italia all’Ars, Marco Falcone: “Si e’ verificato quello che avevamo paventato, la Leopolda o meglio definita Faraona, quest’anno non e’ stata altro che il palcoscenico vuoto di un partito che ogni giorno vede aumentare i generali e al contempo scomparire i soldati, consumando su questo paradosso le sue lotte interne a scapito delle emergenze drammatiche che vive la Sicilia”.

“Purtroppo – ha continuato Falcone – gli scontri, ormai a viso aperto, senza nessun imbarazzo, se non altro per i ruoli che ‘le parti in commedia’ rivestono, sono l’unica caratterizzazione di un partito che ha fatto male in questi anni di governo e si appresa a fare ancora peggio”.

“L’on. Faraone – ha incalzato il parlamentare forzista – sbaglia se pensa di potersi rifare una verginità, prendendo, e solo a parole, le distanze dal governo Crocetta, essendo ancora oggi il maggiore azionista dello stesso governo regionale”.

“Il sottosegretario di Stato – ha concluso il parlamentare azzurro – ha perso l’occasione di dimostrare la sua schiena dritta, quando, piuttosto che mandare a casa presidente e governo, ha voluto mantenere poltrone e privilegi”.

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