La faccia del generale Carlo Alberto dalla Chiesa con la scritta «scusate mia figlia è una niagghià» (una nullità, ndr) riferito alla figlia Rita candidata con Forza Italia.

Il candidato alla presidenza della Regione siciliana Renato Schifani, a giudizio per rivelazione di segreti d’ufficio e concorso in associazione a delinquere, rinominato “Scaglione” come avevano fatto gli inquirenti che indagavano sul sistema Montante.

A dieci giorni dalle elezioni nazionali e regionali tornano per le strade di Palermo i manifesti provocatori contro i candidati del Centrodestra del collettivo artistico Offline, che già avevano affisso manifesti «Forza Mafia» e «Democrazia Collusa» per le scorse comunali palermitane.

Forza Italia: “Giù le mani da Dalla Chiesa”

“Giù le mani da Carlo Alberto dalla Chiesa e da sua figlia Rita. I manifesti affissi per le strade di Palermo accanto a quelli di Totò Riina sono un insulto allo Stato, un oltraggio al Generale ‘eroè che ha sacrificato la sua intera vita per combattere la mafia, ai figli che hanno sopportato il peso doloroso di tale responsabilità e della perdita del padre. Questa campagna d’odio ha superato il limite del consentito e dell’umanamente accettabile: la lotta della sinistra si macchia sempre dell’infamia”. Lo scrive sui suoi profili social Licia Ronzulli, vicepresidente del gruppo Forza Italia al Senato.

Il Frecciarossa dedicato a dalla Chiesa

Un Frecciarossa dedicato al Generale Carlo Alberto dalla Chiesa, con l’immagine del suo volto e una sua celebre frase impresse sulle fiancate del treno, viaggerà fino al 31 ottobre lungo la rotta ferroviaria Torino-Reggio Calabria per commemorarne il sacrificio a 40 anni dal brutale eccidio di via Isidoro Carini a Palermo.

La presentazione del treno è avvenuta alla stazione di Roma Termini in una cerimonia alla quale hanno partecipato il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, il Comandante generale dell’Arma dei Carabinieri Generale di Corpo d’Armata, Teo Luzi e l’amministratore delegato del Gruppo FS Italiane Luigi Ferraris.

Il Frecciarossa reca una livrea esterna sulla quale è stato riprodotto il volto del Generale dalla Chiesa, la data di nascita e di morte e una sua frase simbolica: “Certe cose non si fanno per coraggio, si fanno solo per guardare più serenamente negli occhi i propri figli e i figli dei nostri figli”.

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