Una mobilitazione generale di tutte le persone con disabilità, delle famiglie e degli operatori scolastici a sostegno degli studenti siciliani più fragili, che invece di essere tutelati ed aiutati, come spetta a loro di diritto, sono costretti a rimanere a casa. L’anno scolastico per loro è iniziato nel peggiore dei modi, in quanto non sono garantiti i servizi essenziali che gli dovrebbero consentire di partecipare serenamente, come dovrebbe essere in una società civile, alle lezioni in classe.

Giorno 8 ottobre, a partire dalle 10 del mattino, sit-in si terranno in contemporanea a Palermo (davanti palazzo d’Orleans, sede della Presidenza della Regione), e a Catania, Ragusa e Siracusa (davanti le sedi delle prefetture delle tre città).

Ad organizzare i sit-in, un comitato spontaneo di famiglie vicine ad associazioni impegnate nel sociale e a difesa delle persone con disabilità. L’aspetto più critico di una situazione davvero incresciosa se non vergognosa, a danno di migliaia di studenti, delle loro famiglie per l’appunto, e degli operatori scolastici, è costituito dalla mancanza degli assistenti igienico-personali dei ragazzi con bisogni speciali e complessi. O meglio, gli assistenti ci sono e a gran voce, da marzo, chiedono di poter tornare al lavoro, ma non vengono più assegnati alle scuole dagli Enti territoriali (Città metropolitane, consorzi di Comuni, Comuni); manca il servizio di trasporto; l’assistenza all’autonomia e comunicazione in molte scuole e città non è ancora partita.

Per il comitato spontaneo “si assiste da tempo ad un indegno e indecoroso scaricabarile tra le istituzioni scolastiche e l’assessorato regionale alla Famiglia, alle Politiche sociali e al Lavoro. Tutto a danno dei più deboli, mentre il diritto allo studio e all’istruzione, sancito dalla nostra Costituzione, viene letteralmente calpestato, violato e vilipeso, in un anno nel quale le persone con disabilità e le loro famiglie sono state abbandonate in tutte le fasi della pandemia”.

Mentre si cerca ancora di capire di chi è la competenza a dare avvio al servizio di assistenza agli studenti disabili, il mondo della scuola si scontra, ancora una volta, con croniche carenze, come quella dei docenti di sostegno, che quest’anno si manifesta in tutta la sua drammaticità.
Anche gli assistenti all’autonomia e alla comunicazione sono in bilico, il comitato denuncia che “in molti comuni il servizio partirà in ritardo e per pochissime ore, quasi fosse una elemosina” e si chiede “dove sono finiti i risparmi che gli enti locali hanno realizzato nella fase pandemica a seguito della sospensione dei servizi”.

E ancora: “Registriamo con sconcerto l’assenza di tavoli istituzionali di programmazione seria e permanente dei servizi scolastici e allo scollamento esistente tra istituzioni scolastiche, istituzioni sanitarie, gli enti regionali e provinciali e comunali”.

Sottolineando “un livello di sprovvedutezza mai visto fino ad oggi”, gli studenti disabili ed i loro familiari chiedono “che la politica dia risposte immediate, senza giri di parole e ripristini immediatamente il servizio igienico-personale per l’anno scolastico 2020/2021, senza fare delibere incomprensibili e inapplicabili”.

Le famiglie hanno bisogno che i loro figli vadano a scuola come tutti gli altri bambini e ragazzi, siano assistiti da personale specializzato “e non da bidelli che non hanno alcuna formazione, o nel migliore dei casi, una formazione ridicola”.

L’appello è rivolto al presidente della Regione affinché “fornisca una soluzione concreta disponendo con chiarezza il ripristino del servizio igienico-personale e risolva la diatriba tra l’assessorato alle Politiche sociali e gli enti territoriali che faticano a capire ed applicare le disposizioni contenute nell’atto di giunta del 23 luglio 2020”.

Insomma, si chiede di porre fine alle discriminazioni a danno dei bambini con disabilità, e a prendere parte ad una vera e propria lotta comune per la difesa di diritti costituzionali violati.

Leonardo Alagna, sociologo e docente di sostegno da molti anni, vicepresidente di First, Federazione Italiana Rete, Sostegno e Tutela dei diritti delle persone con disabilità, nonché fondatore dell’Osservatorio Diritti Scuola, tiene a ribadire come le leggi che tutelano gli studenti speciali ci siano, ma presentino spesso delle difficoltà di interpretazione che generano un circolo vizioso dal quale è difficile uscire. E’ il caso della legge n.66 del 2017, contenente le norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità, alla quale hanno fatto seguito disposizioni integrative e correttive con la legge n.96 del 2019.
“Manifestiamo – dice Alagna – perché le difficoltà che i ragazzi incontrano sui banchi di scuola sono molte, così come quelle degli operatori scolastici. I servizi igienico-sanitari vengono espletati anche dai collaboratori scolastici che hanno fatto una formazione, nonostante sia stato un percorso che in molti non volevano intraprendere. La legge n.66 prevede che debbano esserci, per differenza di genere, sia collaboratori scolastici uomini che donne. L’Ufficio scolastico regionale ha scelto di formare tre collaboratori per scuola, ma spesso un istituto ha più di una sede, quindi i collaboratori potrebbero non essere sufficienti. Parliamo di un servizio che non è solo igienico-personale, e poi in Sicilia, sul tema, c’è ancora tanta confusione. Per accompagnare gli studenti con disabilità in classe o in bagno potrebbero bastare, ma ci sono altri problemi. Gli assistenti igienico-personali dei quali parla la legge sono stati formati con 1200 ore di corso, i collaboratori scolastici con 40 ore. Adesso stanno facendo i corsi, ma in che modo? Qui nemmeno si conosce la dimensione del fenomeno, servirebbe un Osservatorio statistico”.

Spiega ancora Alagna: “Gli assistenti alla comunicazione, invece, ci sono ma a macchia di leopardo. Gli alunni più fragili restano a casa e non per scelta dei genitori. Nelle linee guida della Regione siciliana che abbiamo aspettato un anno, e rispetto alle quali è uscita solo una bozza, gli assistenti igienico-personali non sono menzionati. E’ questo è grave, perché queste figure sono previste anche dalla legge n.68 del 1981 sulla ‘Istituzione, organizzazione e gestione dei servizi per i soggetti portatori di handicap’. La Regione siciliana ha giocato anche sugli equivoci. Ha chiesto un parere al Consiglio di giustizia Amministrativa che si è espresso ma con riferimento solo all’assistenza di base e non a quella specialistica”.

Intanto, il 14 agosto, la Regione ha deliberato di trasferire alle ex Province, oltre 12milioni di euro per l’assistenza ai disabili nelle scuole, “ma – come puntualizza Alagna – le Città metropolitane e gli Enti locali non si possono muovere se non è specificatamente indicata la voce relativa all’assistenza igienico-personale. C’è un rimpallo continuo di responsabilità tra Regione, Enti locali, scuole e dirigenti scolastici, con quest’ultimi che sono in difficoltà e stanno in trincea, e sono i primi ai quali i genitori degli studenti si rivolgono per avere spiegazioni. Ognuno prova a rispondere a modo proprio ma senza una indicazione precisa su quello che si deve fare e nel frattempo le famiglie non sanno dove sbattere la testa. Ancora non si capisce di chi è la responsabilità se il servizio manca, e i ragazzi non sanno se possono andare o meno a scuola. Bisogna poi pensare anche che gli assistenti igienico-personali, fanno un lavoro difficilissimo, molti da oltre 20 anni, tra loro c’è gente con grande professionalità che è rimasta a casa, intanto i problemi nella scuola aumentano. Sono a conoscenza del fatto che molti genitori stanno iniziando a ‘trasferire’ i figli verso le scuole private paritarie. E’ inaccettabile che avvenga tutto questo”.

Sulla vicenda interviene anche Giovanni Cupidi, coordinatore regionale First.
“Un’altra difficoltà – dice – rispetto alla mancanza dei servizi agli studenti disabili, è la mancanza in questo momento del Garante regionale delle persone con disabilità sospeso in attesa di un ‘parere’ richiesto all’avvocatura regionale sulla legittimità della procedura di nomina dello stesso Garante.
Questo è un ulteriore ostacolo per i disabili affinché le loro istanze vengano portate all’attenzione delle istituzioni regionali e nazionali. Privare le famiglie del Garante significa creare loro altri problemi nell’esercizio dei loro diritti. Le città nelle quali si terranno i sit-in sono le più rappresentative della condizione di disagio degli studenti con disabilità. A Palermo, Catania, Ragusa e Siracusa, c’è una situazione vergognosa e peggiorata rispetto agli altri anni, nei quali il servizio partiva con ritardo ma almeno c’era. Adesso è completamente assente, si vuole rimediare alle lacune ‘utilizzando’ i bidelli, che non sono figure adatte e non possono sostituire un operatore che svolge questo lavoro da anni”.

Proprio dal Siracusano, arriva la testimonianza di Angiola Rotella, presidente di Insieme per l’Autismo Onlus.
Spiega Rotella: “Nella zona Sud della provincia di Siracusa ci troviamo in una situazione di enorme gravità. Ogni istituto scolastico ha le sue difficoltà a gestire sia il servizio igienico-personale, sia l’assistenza all’autonomia e alla comunicazione e ci sono problemi anche per quanto riguarda gli insegnanti di sostegno. Alcuni bambini non stanno andando a scuola o i genitori li stanno ritirando da scuola perché gli insegnanti curriculari o di sostegno si rifiutano giustamente di fare le veci degli assistenti igienico-personali. Quando i bambini con disabilità si sporcano le scuole sono costrette a chiamare le mamme affinché si rechino nell’istituto per pulirli. Se le mamme possono andare bene, altrimenti è meglio lasciare i bambini a casa. Io trovo tutto questo scandaloso.
La Regione pensa di risolvere con i bidelli, e ancora la loro formazione non è finita, nonostante di questo si parli da almeno un anno. E’ assurdo che durante il periodo di lockdown e smart working non si sia provveduto a formarli adeguatamente. Questo vuol dire indurre i bambini a stare a casa, con tutte le problematiche che hanno i genitori che lavorano, negando ovviamente il diritto allo studio dell’alunno. Altro capitolo è quello riguardante gli insegnanti di sostegno, anche su quel versante molte cose non funzionano. Ci sono scuole superiori dove, a seguito di ricorsi, alcuni studenti hanno due insegnanti di sostegno, e nonostante questo, è stato appurato che il programma ministeriale non viene seguito”.

Drammatica la situazione anche a Catania. Lo conferma Sebastiano Amenta, dell’Associazione 20 Novembre 1989.
“Apprendiamo – dice Amenta – in questi primi giorni di inizio anno scolastico di disservizi di ogni genere per gli alunni portatori di handicap. L’assenza di programmazione ogni anno crea disagi non indifferenti agli alunni e alle rispettive famiglie: la mancanza di insegnanti di sostegno sin dal primo giorno, per non parlare dell’assistenza di base (igienico-personale). La stragrande maggioranza delle scuole attualmente non ha il personale formato in Sicilia così come il servizio per l’assistenza specializzata (asacom) che in molti comuni ancora non è partito. Ormai questi ritardi sono diventati la routine. Spostandosi da Catania, ci sono comuni, come Floridia, nei quali lo scorso anno non è stata erogata nemmeno un’ora di assistenza specialistica (il Comune è commissariato) per gli alunni e per quest’anno il servizio è ancora un’incognita in quella cittadina. Gli alunni che hanno il beneficio della legge 104  avrebbero in teoria diritto alla copertura del sostegno per l’intero orario scolastico, così come all’assistenza specialistica dettata dall’articolo 13 della medesima legge, ma resta tutto sulla carta, purtroppo”.

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