“Come ormai ogni anno, all’arrivo dell’estate e dei turisti sulle isole siciliane, i Sindacati autonomi iniziano a proclamare scioperi a raffica. Da qualche giorno OR.S.A ed UGL si rincorrono, proclamando scioperi dei lavoratori marittimi della Liberty Lines, impedendo di fatto il regolare svolgimento del lavoro di questa società, tra l’altro commettendo errori nelle pretestuose proclamazioni”.
Inizia così una sorta di lettera aperta della Liberty Lines che attacca frontalmente i sindacati dei marittimi ai quali attribuisce le colpe dei disservizi nei collegamenti con le isole.
“Gli scioperi vengono prima proclamati in giornate incluse in fascia protetta e dopo mezz’ora revocati; vengono proclamati scioperi con preavviso di soli quattro giorni (nel trasporto pubblico locale è fatto obbligo di proclamare lo sciopero con almeno dieci giorni di preavviso) oppure programmati per la domenica, cosa altrettanto vietata dalle norme del trasporto pubblico locale”.
Gli armatori tentano di stemperare la gravità della lettera con un passaggio politicamente intermedio “Non vogliamo entrare nel merito delle motivazioni addotte per la proclamazione degli scioperi, che personalmente riteniamo infondate e non meritevoli di accoglimento: il diritto sindacale è costituzionalmente protetto e non siamo certamente noi a poterlo negare ma tutto quanto sembra fatto solo per creare scompiglio ed arrecare disturbo al normale svolgimento del lavoro ed al regolare traffico verso le isole minori della Sicilia, particolarmente intenso in questo periodo di alta stagione”.
Ma il tenore della nota è chiaro “La Liberty Lines da ormai due anni è amministrata da un gruppo di dirigenti che non ha un riferimento proprietario; questo gruppo dirigente ha affrontato un anno di commissariamento giudiziale salvaguardando il patrimonio dell’azienda e dei lavoratori e rispettando tutti gli impegni con ognuno degli stakeholders (dipendenti, fornitori, banche, Stazioni Appaltanti, Autorità Marittime, etc)”.
C’è, quindi, anche il tema delle governace e delle scelte “L’anno di commissariamento si è concluso senza ulteriori conseguenze sanzionatorie a marzo scorso. La Liberty Lines ne è uscita rafforzata nonostante le complesse vicende giudiziarie in cui è stata coinvolta riuscendo ad affrontare e superare sfide di ogni genere. La Liberty Lines ha risposto alla mancata proroga del contratto di servizio per la Messina / Reggio Calabria non con i licenziamenti dei 72 lavoratori utilizzati per quel servizio ma con la stabilizzazione in CRL dei propri dipendenti. La Liberty Lines nel corso del 2018 ha assunto a tempo indeterminato oltre venti tra impiegati ed operai, anche eliminando il ricorso al lavoro interinale”.
E poi le rivendicazioni occupazionali e salariali “La Liberty Lines, dal maggio 2017, ha sempre corrisposto le spettanze retributive ai propri dipendenti senza ritardi e riconoscendo perfino altre indennità previste da accordi di secondo livello grazie alle quali la retribuzione media dei nostri marittimi supera del 40% circa quella di altre società di navigazione”.
Quindi l’affondo “La Liberty Lines chiede solo il rispetto del lavoro svolto con impegno, sacrificio e dedizione. E ci auguriamo che questo nostro appello venga raccolto dalla Confitarma e dai sindacati confederali di categoria che nel corso degli ultimi mesi hanno avuto modo di constatare la correttezza e la disponibilità dell’azienda nel difendere le corrette prerogative dei suoi dipendenti. I pretesti utilizzati da taluni rischiano di danneggiare un’azienda che dà lavoro a seicento famiglie e fornisce servizi essenziali all’intera Regione Sicilia. Sia la continuità territoriale assicurata nei periodi invernali che il sostegno alle attività turistiche dei periodi estivi hanno uguale dignità sociale ed economica per il territorio; siamo sempre disponibili al confronto, ma che sia pacato, equilibrato e teso ad obiettivi sostenibili e non strumentali. Aiutiamoci – conclude – tutti a mantenere viva questa azienda, a farla prosperare. La Liberty Lines è un bene di tutti che non può essere disperso”.
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