“L’Italia è ancora una volta divisa in due. L’investimento sul capitale sociale, sulle competenze, sulla ricerca scientifica e sulla cultura è fondamentale perché significa investire sul futuro anche e soprattutto per il Sud”.

Così Nino Foti, presidente della Fondazione Magna Grecia, in occasione di #UNLOCK_IT, seconda edizione di SudeFuturi, organizzato dalla Fondazione Magna Grecia, che si tiene da oggi all’11 dicembre in diretta streaming dal Palazzo dell’Informazione di AdnKronos, in piazza Mastai a Roma.

“Un aspetto da sottolineare – avverte – è la sburocratizzazione del sistema Italia: da una parte, abbiamo l’intelligenza dei burocrati che si contrappone all’intelligenza degli imprenditori e della creatività degli italiani che sono in attività, per creare ostacoli e un freno a mano tirato nello sviluppo del nostro Paese. Il motore – insiste Foti – è realmente fuso e l’Italia è appunto ancora una volta divisa in due; dove non ci si rende conto ancora una volta che se non parte questa parte vitale che rappresenta un terzo, 20 milioni di abitanti, il Paese non sarà attrattivo per i mercati che devono comprare e vendere”.

Isolare questa parte del Sud – chiarisce il presidente della Fondazione Magna Grecia – non serve a nessuno e in una fase come questa è necessario fare in modo che ci sia sviluppo vero su tre direttrici di investimento: capitale umano, sistema educativo e universitario così da fare in modo che 65mila di giovani dal Mezzogiorno non lascino la propria terra per continuare il percorso formativo in giro per l’Italia o addirittura per il mondo dando le loro competenze ad altri Paesi con investimenti di capitale umano fatti però dal nostro Paese”.

Carlo Borgomeo, presidente di Fondazione con il Sud ha evidenziato invece che “il grande problema delle risorse del Recovery fund messe a disposizione è la capacità della pubblica amministrazione di saperle spendere, anche per il Sud. Ecco perché serve trovare un equilibrio, anche perché uno degli obiettivi di queste risorse è quello della digitalizzazione della macchina statale. Bisogna inoltre tener conto del fatto – continua Carlo Borgomeo – che non si possono azzerare le competenze dei ministeri, ma bisogna rafforzarli; cioè queste task force dovrebbero avere un ruolo di consulenza, un sostegno intelligente ai ministeri e non una sostituzione”.

Per Gian Maria Fara, presidente di Eurispes “il Paese può ripartire solo se scommette sul Sud, vera unica risorsa ancora da sfruttare. Solo se si rende conto di questo il Paese avrà un futuro brillante e ricco di soddisfazioni. Se si pensa di fare a meno del Meridione non si potrà andare da nessuna parte. Il Mezzogiorno rispetto al Nord del Paese è ancora libero, ha ancora spazi da offrire all’iniziativa economica, oltre alle sue intelligenze e alle sue capacità. Non immagino un futuro industriale come quello che é stato costruito nei decenni precedenti e che ha già prodotto i suoi danni. Assolutamente no: il Sud ha una chiara vocazione turistica, artistico- culturale, e può offrire servizi e competenze di sicuro valore. Sono queste le vocazioni da potenziare; il Sud non ha bisogno di alcuna industrializzazione. Bisogna ridare al Sud la sua identità, valorizzarla e rispettarla. Bisogna smettere di ritenerlo una mera colonia, come è stato fatto in questi decenni”, ha concluso Fara.

Per Saverio Romano, vicepresidente della Fondazione Magna Grecia, “la vera possibilità di riscatto del Mezzogiorno risiede nella sua infrastrutturazione, materiale e immateriale. Servono strade, porti, ferrovie, investimenti nella digitalizzazione e nella formazione. La centralità del Mediterraneo inoltre è un ulteriore aspetto che conferma la strategicità di un territorio chiamato a sfide e a scenari nei confronti dei quali non può farsi trovare impreparato”. Fondazione Magna Grecia, nel corso del meeting, ha voluto premiare il professore Vincent Gallo, per il suo impegno nel campo della ricerca scientifica, con studi e scoperte – specialmente quelli sull’Aids, sindrome da immunodeficienza acquisita – che hanno segnato la storia e che sono state improntate al rispetto della persona, alla collaborazione scientifica, con particolare attenzione al lato umano e sociale delle patologie in un impegno che ha condotto in tantissimi anni di studio e di dedizione.