Libertà espressiva. Che riconosce solo i contorni di una cartografia immaginaria necessaria per comprimere e comprendere Julien Friedler (Bruxelles, 1950). Tracce, segni, molliche, visioni, orme, graffiti che riescono a condurre per mano dentro un mondo fantastico, un territorio mentale in cui si riconosce soltanto l’artista. E’ dedicata all’artista belga la prima mostra con cui la Fondazione Sant’Elia – e in maniera più ampia, la città di Palermo – rinsalda il suo rapporto con l’arte e la libertà. Il capoluogo siciliano ricomincia pian piano a risollevarsi, riapre i suoi palazzi, le chiese, i musei: e sceglie un artista dall’immaginario strabordante e, insieme, necessario. Per il tempo, il momento, il luogo.
“Mapping” racchiude 200 quadri recenti di Friedler, di chiara impostazione espressionistica, catartica, realizzati negli ultimi due anni, e fino a poco prima che il mondo si raggrinzisse in se stesso, per far fronte alla pandemia: la personale dell’artista belga, curata da Gianluca Marziani e Dominique Stella, si inaugura nella sede della Fondazione Sant’Elia al Loggiato San Bartolomeo, dove sarà visitabile dal 7 giugno al 7 luglio.
Ingresso (eccezionalmente) gratuito e contingentato, permesso soltanto se dotati di adeguati dispositivi di sicurezza. Organizza MLC Comunicazione.
Contemporaneamente alla mostra palermitana, una seconda parte di “Mapping” si svolgerà a Palazzo Libera, Comune di Villa Lagarina (TN), in collaborazione con il MART di Rovereto. Il catalogo, che raccoglie l’insieme della produzione “Mapping”, sarà pubblicato da La Route de la Soie Éditions_Paris.
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