Le stime dei produttori raccolte dalla Confederazione italiana agricoltori della Sicilia occidentale, stimano un netto calo della produzione olearia. In provincia di Caltanissetta e Palermo è previsto un calo produttivo che – ad esempio nel Cerdese – arriverà all’80%, mentre a Menfi o Castelvetrano, dove le tecniche colturali negli ultimi anni hanno fatto passi in avanti, le perdite sono state molto più contenute, con un massimo del 30%. In questo scenario – dice la Cia – resta l’incognita dei prezzi: quello delle olive sta partendo con un lieve rialzo rispetto allo scorso anno, quello dell’olio sfuso dipenderà anche da altri fattori ma dovrebbe oscillare tra i 6 e gli 8 euro a seconda dell’areale. Nell’Agrigentino il calo produttivo dovrebbe attestarsi tra il 20 e il 30 per cento ma è scattata la corsa contro il tempo: le piogge estive – che non hanno comunque fatto danni particolari – hanno accelerato il processo di maturazione e il caldo delle ultime settimane ha favorito la caduta delle olive dagli alberi. La raccolta, che solitamente inizia dopo il 20 ottobre, è quindi già partita e i frantoi stanno anticipando l’apertura. Interamente in salvo sembra invece la dop Nocellara del Belice, oliva da tavola tra le più conosciute e apprezzate a livello internazionale: se c’è qualche perdita a livello quantitativo, verrà mitigata da un frutto dalla taglia maggiorata dall’acqua abbondante