Da tempo sperano in un loro impiegonegli uffici per il lavoro grazie ad una legge specifica ed a progetti regionali che però non sono mai partiti e grazie all’interlocuzione anche con il governo nazionale. Per loro ilr edditori dic ittadinanza è solo l’ultima delle occasioni per tornare a lavorare dopo aver perso l’impiego negli ex Sportelli Multifunzionali per la Formazione professionale. Ma la battaglia per il lavoro degli sportellisti che dura da anni fra  proteste, cortei e scioperi della fame (LEGGI QUI) e anche segnata da qualche tragedia personale (LEGGI QUI) si scontra, adesso, anche coni sindacatid ei regionali ce proprio non li vogliono (LEGGI QUI)

L’ultimo attacco è arrivato ieri inoccasionedel dibattito proprio sul reddito di cittadinanza (LEGGI QUI). Ma gli sportellisti nonc istanno e adesso rispondono con una lettera aperta, eccola:

“La presente per rappresentare con serenità che la battaglia dei, cosiddetti in gergo giornalistico, “sportellisti” non sfiora in alcun modo la vostra battaglia per il rinnovo del contratto di lavoro e la legittima richiesta di progressione di carriera. È indubbio – scrivono gli sportellisti – che non avete nulla da temere da una ipotetica assunzione attraverso selezione degli esperti in politiche attive del lavoro ex sportelli multifunzionali, che peraltro assolverebbe anche ad una legge regionale”.

Nella loro missiva gli sportellisti danno perfino dei ‘poco attenti’ ai sindacati autonomi “Basta studiare la riforma annunciata dal governo per comprendere che sarebbe una diretta conseguenza dell’annunciato potenziamento dei centri per l’impiego a livello nazionale, quindi va da sé che la copertura economica arriverebbe direttamente da risorse statali e non intaccherebbe in alcun modo le risorse regionali a voi dedicate. Il problema è di evidente natura economica ma non è NOI al posto delle VOSTRE richieste di rinnovo dei contratti, il tutto esula e parte dall’esigenza d’implementare le politiche attive del lavoro. È un progetto di riforma nazionale, che vedrà nuove assunzioni e il coinvolgimento di tutti in una seria riqualificazione delle competenze, che faranno parte della annunciata riforma e che saranno finanziate con risorse nazionali. In Sicilia il rapporto tra disoccupati e addetti è già di 3000 unità, figuriamoci appena andrà a regime il reddito di cittadinanza”.

“Ci preme inoltre precisare – continuano – che i dati sul numero degli operatori storici ex sportellisti sono abbondantemente falsati, puntualmente gonfiati per motivi facilmente intuibili. Vorremmo solo che si comprendesse che lo squallido gioco dei numeri pompati dell’organico dei centri per l’impiego e quelli degli sportellisti storici, in un contesto di accordo tra Stato e Regione per il potenziamento dei cpi con risorse statali, danneggia VOI, NOI, la SICILIA e i SICILIANI nell’implementazione delle politiche attive del lavoro, quindi servizi da erogare agli utenti degni di tale nome, anzi, restituirebbe la dignità di un lavoro ben fatto e cancellerebbe gli intollerabili luoghi comuni e giudizi preconcetti nei confronti della pubblica amministrazione. Il tentativo di ricevere rassicurazioni dall’amministrazione regionale contro una nostra ipotetica selezione ad evidenza pubblica come prevede l’ultima norma regionale, passateci il termine, alquanto squallida, nulla aggiunge e nulla toglie alle vostre legittime rivendicazioni”.

“Le risorse a voi dedicate – concludono – non saranno neppure sfiorate, anzi nel contesto della riforma nazionale avrete certamente benefici sia logistici sia economici. Quindi esortiamo al buon senso, la nostra battaglia non sfiori le vostre rivendicazioni e viceversa”.