E’ il giorno che potrebbe segnare l’uscita della Sicilia dal baratro economico finanziario di un trentennio. Si discute oggi a Roma in Consiglio dei Ministri il Decreto Salva Sicilia, quel provvedimento che il governo nazionale ha annunciato di voler assumere nel solco dell’attuazione dello Statuto Autonomistico siciliano per permettere alla Regione di spalmare in dieci anni anche la parte rimanente del disallineamento del bilancio valutata dalla Corte dei conti in 2 miliardi e 103 milioni di euro.

Nello scorso fine settimana, infatti, l’intervento statale si è trasformato da un emendamento nel Mille proroghe ad un decreto ad hoc “La norma sul ripiano del disavanzo della Regione Siciliana non poteva andare nel milleproroghe, come proponeva qualcuno in maniera alquanto irrituale. La procedura costituzionalmente corretta, condivisa con il ministro Francesco Boccia cui spetta la proposta, a seguito dell’accordo raggiunto in Commissione paritetica, è un decreto legislativo su norme di attuazione dello Statuto in materia contabile, che sarà varato nel prossimo Cdm, il 23 dicembre” ha annunciato il ministro per il Sud Giuseppe Provenzano.

“È necessario riportare il confronto Stato-Regione nell’alveo della più leale collaborazione istituzionale, con la sobrietà che aiuta a risolvere i problemi e non con la propaganda” aveva detto Provenzano al quale aveva fatto eco il MInistro per gli affari regionali e le autonomie, Francesco Boccia “La commissione paritetica presieduta dal consigliere del Ministro per gli affari regionali, Antonio Ilacqua, aveva già indicato la strada maestra del percorso costituzionale. Il decreto legislativo secondo le procedure costituzionali consentirà alla Regione Siciliana di operare correttamente secondo la legge e non inciderà sulle altre Regioni e sugli equilibri complessivi del Bilancio dello Stato”.

E Musumeci ringrazia ma annuncia “Come previsto dal nostro Statuto, parteciperò personalmente alla riunione del governo nazionale”.

Musumeci. dunque, vola a Roma dove si parlerà di Sicilia e conta di tornare con il Decreto in tasca che permetterà di evitare i tagli. Al suo ritorno, in serata o al massimo domani, riunirà la giunta e varerà i documenti da trasmettere all’ars senza le lacrime e sangue previste lunedì scorso, appena una settimana fa. Insieme all’allineamento del rendiconto generale del 2018 alle prescrizioni della Corte dei Conti e all’assestamento di bilancio 2019 si potrà mandare in aula anche l’esercizio provvisorio 2020. Documenti che potranno essere varati dalla Commissione bilancio venerdì 27 per approdare in aula all’Ars lo stesso venerdì o sabato 28 per assegnare i termini per gli emendamenti e con l’intenzione di giungere ad approvazione definitiva lunedì 30 dicembre, insomma appena in tempo

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