“Una settimana fa Musumeci invocava poteri speciali per la gestione della discarica di Bellolampo, che rischia il collasso tra due settimane, annunciando di chiedere a Gentiloni di dichiarare lo stato di emergenza ambientale. Da Roma non ha ottenuto risposte e ieri in aula affrontando il tema dei rifiuti l’ha dimostrato. Non ha offerto soluzioni, ha fatto solo proclami da campagna elettorale, mentre da quando si è insediato l’unico risultato che ha portato a casa sono solo le dimissioni dell’assessore regionale ai rifiuti Vincenzo Figuccia”. Così i deputati regionali del M5S Valentina Palmeri, Stefania Campo, Nuccio Di Paola, Giampiero Trizzino e componenti della commissione Ambiente dell’Ars, che bocciano la gestione dell’emergenza rifiuti in Sicilia, dove le discariche sono ormai sature e entro sette mesi senza una soluzione rischiano il collasso.
“Che l’azione del governo Musumeci sia in continuità con quella di Crocetta è del tutto evidente. Non a caso il neo governatore ha messo a capo del Dipartimento rifiuti il medesimo dirigente che guidava l’ufficio speciale per la differenziata nell’era Crocetta” dicono i deputati, che domani parteciperanno alla protesta dei sindaci del palermitano davanti alla presidenza della Regione.
“Lanciamo una sfida a Musumeci – aggiungono -, se è vero che vuole risolvere il caos rifiuti in Sicilia, dove l’emergenza, come lui stesso l’ha definita, è diventata strutturale, porti entro 60 giorni il nuovo piano regionale dei rifiuti in commissione Ambiente”.
Secondo uno studio elaborato dal M5S, confrontando gli ultimi dati forniti dall’ufficio regionale ai Rifiuti e dall’ufficio speciale per la raccolta differenziata, sul sistema impiantistico regionale per la gestione dei rifiuti in Sicilia, aggiornato al primo quadrimestre 2017, la raccolta differenziata nell’isola si attesta al 12,5 percento. L’isola è all’ultimo posto della graduatoria nazionale, peggio fa solo la Calabria ferma al 25 percento. Il dato risulta fortemente condizionato dalla carenza degli impianti.
In Sicilia, infatti, risultano attivi solo otto impianti di compostaggio: di questi sei non funzionano. Hanno una capacità complessiva di 68 mila tonnellate. Se fossero funzionanti porterebbero in automatico ad un aumento della differenziata fino al 30% già quest’anno.
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