In Sicilia esiste un centro organizzato che muove, si stima, quindicimila voti e che quindi può dire la propria se riesce a convergere su un candidato o su una coppia di candidati (visto che questa elezione mantiene ancora le preferenze) in occasione di queste elezioni europee. Questo centro si chiama Udc.
Ne sono convinti uomini e donne del partito di Lorenzo Cesa che si sono dati appuntamento a Palermo insieme proprio al loro leader venuto a motivare le truppe in Sicilia e a dettare la linea dopo che il partito è stato tirato per la giacca in più di una ricostruzione politica e alla luce degli scontri interni a Forza Italia e della presenza di una candidatura centrista fra gli azzurri ma non di emanazione diretta Udc.
Così Cesa a Palermo ha spiazzato tutti con l’affermazione indirizzata ai suoi: “In Europa bisogna esserci per cambiarla dall’interno, per poter competere con gli altri paesi al tavolo delle decisioni. L’Udc vota convintamente Silvio Berlusconi e Dafne Musolino“.
Di fatto la scelta è chiara anche se sembra voler più che altro segnare una linea di demarcazione. L’Udc ha voglia di contarsi per stabilire qual è il suo peso e vuole poter dire a Berlusconi di aver contribuito in questa tornata elettorale.
Un incontro, quello Udc, al quale c’erano praticamente tutti gli uomini e le donne di rilievo del partito. C’era Ester Bonafede che non ha mancato di sottolineare l’importanza della presenza femminile, la crescita di queste candidature qualificate ed il ruolo di Dafne Musolino già impegnata nell’amministrazione di Messina. C’era lo stesso sindaco Cateno De Luca per il quale bisogna dare vita ad una Europa delle Regione facendo nascere una sorta di sovranismo regionale. C’era la stessa candidata Dafne Musolino per la quale serve più Sud in questa Europa.
Cesa non ha mancato di sottolineare come la sfida sia quella di “dare concretezza a ciò che si fa con i fondi europei perchè altrimenti si rischia di continuare sulla falsa riga di quanto accaduto fino ad ora. Il Paese è sull’orlo del baratro e Grillo raccoglie consensi perchè la gente ha ben chiaro il malgoverno del passato che bisogna superare concettualmente”.
Ma all’incontro non poteva mancare il coordinatore Decio Terrana che sta lavorando nei territori per l’organizzazione crescente dell’Udc. E c’era anche l’assessore regionale Mimmo Turano le cui parole vanno pesate una per una quando conferma l’appoggio a Dafne Musolino.
Ma gli analisti non si fermano alle dichiarazioni. Se Cesa demarca il confine, sono tante le cose da comprendere nei rapporti con il candidato Saverio Romano che per storia politica vissuta a fianco della maggior parte dei ‘portatori d’acqua’ di casa Udc sembrerebbe il naturale destinatario di questi voti a prescindere dalle dichiarazioni ufficiali.
Le elezioni europee, inoltre, offrono la possibilità di esprimere fino a tre voti di preferenza. Dunque ‘votiamo per Berlusconi e Musolino’ è una affermazione che lascia ancora spazi di manovra
E in casa Udc, come da tradizione scudocraciata, le anime sono tante e variegate. C’è una corrente che è chiaramente con Romano, quella facente capo a Mcl, il Movimento Cristiano dei Lavoratori. C’è un assessore, proprio quel Mimmo Turano presente oggi, che avrebbe molte difficoltà a dire di no all’antico amico Romano anche se è e resta fedele al suo partito. Ma ci sono anche uomini vicini o avvicinatisi all’Udc di estrazione catanese che l’appoggio a Romano non lo negheranno. E’ il caso, ad esempio, dall’area ex Mpa cresciuta sotto l’ala del due volte assessore regionale Giovanni Pistorio che potrebbe esprimersi attraverso Alessandro Porto, creatura proprio di Pistorio e oggi uomo di ‘consenso’ lanciato verso altri traguardi futuri e intento a costruire alleanze e appoggi.
Insomma i voti targati genericamente ‘centro’ potrebbero essere anche molti di più di quei 15mila e potrebbero prendere varie strade.
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