E’ rivolta contro il piano di rimodulazione, l’ennesimo, della rete ospedaliera in Sicilia che prevede tagli agli ospedali di tutta l’Isola o quasi. Un rimodulazione che ancora sulla carta non esiste ma che ieri è stata al centro da un lato di un confronto tecnico al Ministero e dall’altro di una lunga riunione interna al Pd con l’assessore Baldo Gucciardi.

La protesta, che vede anche assessori della medesima giunta, uno contro l’altro armati (leggi anche  l’attacco dell’assessore Marziano su Noto), parte da Cefalù ma approda a Noto, Niscemi e in mezza Sicilia. Complessivamente sono 23 gli ospedali declassati, 150 i reparti che rischiano la chiusura.

Il primo no è quello al ridimensionamento (tale da farne rischiare perfino la chiusura) dell’ospedale di Cefalù al cui capezzale si sono riuniti a migliaia. Ci sono i sindaci e i consiglieri delle Madonie e dei Nebrodi, semplici cittadini e poi i 724 dipendenti a rischio di licenziamento del Giglio alla manifestazione organizzata, a Cefalù, per dire con forza “giù le mani del Giglio”. Un ospedale nato come centro d’eccellenza e che l’assessorato regionale alla salute, con il riordino della rete ospedaliera, sta per declassificare a presidio di base.

C’è preoccupazione tra i pazienti, la cittadinanza e i lavoratori il cui posto di lavoro è a rischio. “Se il piano della regione andrà in porto, con la chiusura di 5 branche specialistiche e di vari servizi, gli uffici del Giglio hanno già stimano 319 licenziamenti. “Non si potrà garantire – ha detto il presidente del Cda del Giglio, Giovanni Albano – la sostenibilità finanziaria dell’azienda, che rischierebbe la chiusura con la fine di un sogno”.

Una preoccupazione che si è trasferita in una città che ha perso, pochi mesi fa, la sede del tribunale, dell’agenzia delle entrate, rimasta con un solo sportello, del giudice di pace e che rischia di essere impoverita dalla possibile chiusura dell’ospedale. Sul palco, allestito nella palestra della scuola media, dinanzi a migliaia di cittadini hanno preso la parola in tanti. Il management del Giglio ha spulciato i dati, mostrando con numeri alla mano che l’ospedale di Cefalù serve un bacino che va oltre il distretto sanitario. “Il 75 percento di pazienti viene da fuori provincia, di cui il 40 percento da Palermo e circa il 20 percento dal messinese”.

Accorato l’intervento del sindaco di Cefalù, Rosario Lapunzina, che dice chiaramente “l’ospedale non si tocca: giù le mani dal Giglio. Qui sono stati investiti milioni di euro per costruire un grande ospedale. Sul campo è stato dimostrato che questa struttura serve un grande bacino di utenza tra Palermo e Messina dove non vi è altra oncologia, urologia ed emodinamica oltre a quella del Giglio. La scelta di Gucciardi riporta Cefalù a 23 anni addietro. Non possiamo accettarlo”.

“Sui 1117 pazienti oncologici – ha detto il management del Giglio – 835 arrivano da comuni fuori distretto. La nostra emodinamica ha trattato oltre 850 cuori, negli ultimi due anni, in interventi salvavita con un indice di mortalità che pone Cefalù tra le migliori emodinamiche in Sicilia”.

Numerosi i sindaci si sono alternati al microfono dell’assemblea diretta dal presidente del consiglio comunale di Cefalù, Antonio Franco. Il sindaco di Tusa, Angelo Tudisca, ha definito il declassamento di Cefalù “un sopruso che Madonie e Nebrodi non si possono accettare altrimenti l’unico incremento per questo territorio sarà nel cimitero”. Da Polizzi, Francesco Dolce si “è augurato che questa classe politica non faccia disastri”. Per il sindaco di Castelbuono, Tumminello “razionalizzazione vuol dire un’altra cosa, non tagliare”. Il sindaco di Pollina, Magda Culotta ha “ribadito l’impegno per il Giglio che non ho – ha detto – mai fatto mancare”.

Hanno preso la parola alcuni consiglieri comunali che hanno raccontando l’esperienza personale avuta con Giglio come Daniele Tumminello (Cefalù) “se i miei figli possono avere un padre è grazie all’ospedale Giglio di Cefalù”. Così Anche Nunzio Castiglia (Pollina) “porto la mia testimonianza da vivente grazie al Giglio”. Altri consiglieri con Giovanni Iuppa (Cefalù) si sono detti disposti a dimettersi in massa nelle mani del Prefetto se questo piano di Gucciardi dovesse andare avanti”. Mentre il sindacalista Drago della Cisl si interroga “sul senso di mantenere 7 emodinamiche a Palermo mentre viene tagliata quella del Giglio”.

Sentiti gli interventi dei medici del Giglio dal cardiologo Tommaso Cipolla, all’oncologo Massimiliano Spada, all’urologo Salvino Biancorosso. Mentre da più parti è stato rilevato che il decreto ministeriale non si deve applicare con ottusità ma con intelligenza. Presenti i rappresentati istituzionali oltre a Cefalù, di Castelbuono, Collesano, Gratteri, Lascari, Pollina, San Mauro Castelverde, Santo Stefano di Camastra, Pettineo, Campofelice di Roccella, Isnello, Scillato, Sclafani, Caltavuturo, Castellana, Polizzi, Petralia Soprana e Sottana, Geraci, Gangi, Valledolmo, Sciara, Caccamo, Termini Imerese, Montemaggiore e Aliminusa.

La seduta dell’assemblea si è conclusa con l’approvazione di un documento che dovranno fare proprio i consigli comunali dei Nebrodi e delle Madonie per “attivare tutti gli atti e le azioni indispensabili al conseguimento delle determinazioni espresse nel corso dei lavori. Al fine – si legge nel documento – di scongiurare il declassamento dell’ospedale di Giglio e i conseguenti provvedimenti di chiusura dei suddetti reparti intervenendo con la dovuta sollecitazione e determinazione nei confronti della Presidenza e dell’assessorato alla salute della Regione Siciliana ma anche nei confronti del Ministero della Salute e del Governo Nazionale”.

Ma Il ‘ricatto’ burocratico è servito. Chi frena sulla rimodulazione della rete ospedaliera blocca il processo che porta alle assunzioni, avrebbe detto l’assessore Gucciardi ma i sindacati, a partire dal Cimo, contestano questa affermazione facendo notare che “da questi tagli derivano esuberi e dunque non si potrà parare di assunzioni in una Regione che sembra essere schiava di una burocrazia, soprattutto nazionale, incompetente”.

“Assistiamo in queste ore ad una significativa mobilitazione dei sindaci e dei consigli comunali dell’Isola – dicono i vertici dell’Anci Sicilia – tendente ad un approfondimento su alcune scelte operate in relazione al piano di riordino della rete ospedaliera, predisposto dalla Regione e che recepisce il decreto Balduzzi. In queste ore si sta anche svolgendo una mobilitazione di sindaci e cittadini delle Madonie contro il sostanziale ridimensionamento dell’ospedale Giglio di Cefalù. Riteniamo che sia importante tenere nella massima considerazione le esigenze dei territori non adeguatamente serviti e allo stesso tempo salvaguardare le strutture di eccellenza”.

Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, rispettivamente presidente e segretario dell’AnciSicilia, aggiungono: “L’erogazione dei servizi sanitari è una materia strategica sulla quale i territori esprimono una voce importantissima. Per tali ragioni chiediamo un supplemento di istruttoria sulla vicenda collegata al nuovo piano sanitario e ai tagli per gli ospedali, affinché si possa realizzare un adeguato confronto con le comunità attraverso i sindaci.”