Prosegue la maratona all’Ars per approvare la Finanziaria 2022 tra mille difficoltà. E, come, già accaduto nelle sedute scorse, non mancano le tensioni. A pronunciarsi anche i sindacati e Confindustria Sicilia.

Uil: “Basta litigi e giochi di potere”

Basta litigi e giochi di potere. Dalla politica vogliamo risposte concrete. Sino ad oggi, invece, abbiamo assistito ad annunci e promesse irrealizzabili, non si può più perdere tempo e continuare a prendere in giro lavoratori e siciliani”. Così Luisella Lionti, alla vigilia delle ultime votazioni sulla Finanziaria, che aggiunge: “Chiediamo un confronto vero per affrontare tutte le questioni urgenti che non è più possibile rimandare”.

Cgil: “Dibattito vergognoso”

“Non ci poteva essere epilogo peggiore di questa legislatura. Il dibattito in corso sulla Finanziaria regionale, tra beghe politiche e tentativi di prebende elettorali, è vergognoso. E i problemi reali dei siciliani come sempre vengono messi da parte”. Lo dice il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino che auspica “un sussulto di dignità dell’Assemblea regionale siciliana. Si voti una Finanziaria essenziale- afferma Mannino- e si apra subito il confronto con le parti sociali per individuare gli interventi indispensabili e predisporre le opportune variazioni”.

“Nessun progetto politico né visione di prospettiva”

Mannino rileva che “siamo ben oltre il non avere un progetto politico, una visione di prospettiva, cosa che abbiamo sempre contestato a questo governo regionale e siamo di fronte a un Parlamento – sottolinea- in cui
prevalgono gli interessi elettorali dei singoli deputati e non quelli generali. Quello che sta accadendo è una vergogna – conclude il segretario della Cgil- offensivo nei confronti dei siciliani, delle lavoratrici e dei lavoratori. Chiediamo che si cambi subito registro”.

Confindustria Sicilia: “Balletto indecente”

Tuona anche Confindustria Sicilia sulla Finanziaria regionale e sul gioco di rinvii e di veti incrociati che sta imbrigliando la legge di Bilancio. La federazione degli industriali siciliani invoca un “richiamo al senso di responsabilità della politica”.
E sottolinea l’estrema gravità del momento che attraversa la Sicilia tra gli ultimi colpi del flagello di una crisi pandemica e l’onda lunga e soffocante dei rincari energetici, l’Isola oggi rischia di perdere l’ultimo tram per lo sviluppo: “In un periodo in cui è in gioco la sopravvivenza delle imprese ed il rischio di povertà è dilagante non possiamo assistere a quello che succede all’Ars. Siamo di fronte a uno spettacolo inaccettabile”.
Gli industriali siciliani, guidati dal presidente Alessandro Albanese, chiedono che “La politica ritrovi almeno in questo momento la capacità di dare risposte concrete a tutto il sistema delle imprese siciliane, riprenda la funzione di guida strategica e valoriale, si riappropri della sovranità delle scelte. Tutto ciò – conclude Albanese – in fretta e bene. Senza personalismi e nell’interesse di tutti”.

Ieri doveva essere il giorno della svolta

Quello di ieri doveva essere il giorno della svolta. Come ormai tradizione è arrivato il maxi emendamento che cambia tutto, rimette a posto quel che si può e punta a tagliare tempi ed emendamenti e giungere ad approvazione ma nel giro di qualche ora è saltato subito l’accordo e l’aula è slittata ad oggi ma dopo un pomeriggio di trattative.
L’approvazione quindi ieri non c’è stata, come da più parti ci si si aspettava.

Lo stop e il rinvio ad oggi

Alcuni gruppi parlamentari hanno definito un maxiemendamento al ddl stabilità ma anche il governo ha il suo testo. Sintomo che ormai il centrodestra si è polverizzato e di fatto la vecchia maggioranza non c’è più. Alla ripresa della seduta, dopo tre ore di standby, il presidente dell’Ars Gianfranco Micciché aveva detto che il testo parlamentare è pronto, mentre non si conosce ancora quello del governo. L’assessore all’economia Gaetano Armao aveva dato la propria disponibilità a unificare i due documenti in un unico maxiemendamento.

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