Ha i toni di un metter in guardia la lettera aperta che il Governatore Rosario Crocetta ha inviato a tutti i deputati siciliani su due provvedimenti c0llegati alla Finanziaria varata ieri in commissione Bilancio. Si tratta dello stop al ddl relativo alla trasformazione del Cas in società e il secondo la messa in liquidazione di Riscossione Sicilia.
Domani il provvedimento verrà incardinato in Aula quindi è proprio all’Assemblea che il Presidente si rivolge lì dove potrebbe cambiar tutto.
La bocciatura della proposta di trasformazione del CAS in società per dare origine a una società unica con Anas, blocca tutto il piano degli investimenti per la rete autostradale siciliana, causando un danno economico all’occupazione, al Pil e alla crescita della Sicilia – denuncia il Presidente -. La situazione attuale e veramente paradossale. Da un lato l’Anas possiede le risorse per fare gli investimenti, ma non ha la concessione per la rete autostradale siciliana; dall’altro il CAS è titolare della concessione, ma non ha le risorse necessarie. Nel recente passato, si è tentato anche di avviare in project financing il progetto di completamento della rete autostradale siciliana, ma da indagini di mercato e’ venuto, con chiarezza, fuori che tale rete si rivela antieconomica per i privati. Le questioni relative, poi, al pagamento del pedaggio, da estendere a tutta la rete, sono irrilevanti, se si considera che alcun pedaggio può essere imposto se non esistono arterie stradali alternative, alla tratta di autostrada sottoposta a pedaggio”.
“In atto – sottolinea Crocetta – rimane la questione di un CAS indebitato e costretto a pagare i debiti dell’Anas per contenziosi pregressi relative alla rete autostradale costruita nel passato e che e impossibilitato a fare investimenti. Credo che sia importante rivedere la decisione presa in commissione approvando tale progetto di trasformazione, per consentire alla Sicilia di avere una rete stradale degna di questo nome, tale da favorire lo sviluppo dell’Isola”.
Di poi il Governatore affronta il secondo nodo quello relativo alla liquidazione di Riscossione Sicilia. “Relativamente alla liquidazione di Riscossione Sicilia, occorre valutare le conseguenze di un percorso repentino e non concordato con lo Stato – continua -. È evidente che per fare un accordo con l’agenzia nazionale, occorre intanto che tale agenzia esista. In atto tutta l’attività di riscossione in Italia viene effettuata da Equitalia, che essendo in liquidazione, non può allargare le proprie competenze. Di fatto, si creerebbe una paralisi in una fase molto delicata che interessa centinaia di migliaia di siciliani che vorrebbero rottamare il proprio debito nei confronti di Riscossione Sicilia. L’altro elemento su cui riflettere e il fatto che, a partire dal 2017, attraverso l’accordo con lo Stato, la Regione preleva direttamente le proprie entrate fiscali senza passaggi intermedi nazionali – continua -. E’ evidente, che riportando la riscossione sistema nazionale, si introduce un passaggio intermedio che priva la regione di tale diritto. Sta da sé che per l’anno in corso si determinerà, in assenza di un ente che gestisca la riscossione, un incentivo a non pagare che avrà conseguenze terribili sul bilancio consuntivo , che può vanificare tutti gli sforzi effettuati, in questi anni per il risanamento finanziario delle casse della Regione.
“Voglio, infine, sottoporre alla Vostra valutazione -conclude Crocetta -, la questione del contenzioso, in via di definizione, con Montepaschi, per centinaia di milioni di euro, che verrebbe sottratto alla regione, per diventare tutto di gestione nazionale. Invito pertanto, con la visione esclusiva della difesa degli interessi della Sicilia, a riconsiderare la questione di riscossione Sicilia, sottraendola alla dalla polemica sulla sua governance, e riportarla nell’ambito della difesa degli interessi della nostra Regione”.
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