“Le notizie sulla diffusione dei contagi da Covid nelle strutture della missione “Speranza e carità” di Biagio Conte, che ospitano centinaia di senzatetto e persone bisognose, non possono che aggiungere tristezza e rammarico per quanto è accaduto. Sicuramente 125 contagi sono un numero che incute viva preoccupazione. Il Sunia si augura che le strutture sanitarie siciliane riescano a contenere il propagarsi del fenomeno e curare le persone ammalate nel più breve tempo possibile, per garantire il ritorno alla normalità”.
A dichiararlo sono i segretari del Sunia Palermo Zaher Darwish e del Sunia Sicilia Giusi Milazzo, che ricordano che il sindacato degli inquilini da tempo, e precisamente dall’11 marzo, all’inizio dell’emergenza sanitaria, ha richiamato l’attenzione degli organi competenti, Asp, Regione Siciliana e sindaci, sulla necessità di contenere i rischi di contagi dei cittadini in precarietà abitativa durante la pandemia e sulla necessità di controlli continui per garantire la sicurezza dei cittadini senza fissa dimora.
“Quanto è avvenuto – aggiungono Zaher Darwish e Giusi Milazzo – conferma che le misure adottate erano insufficienti a garantire la incolumità e la salute delle persone senza tetto o ospiti nelle strutture di accoglienza e a contenere il fenomeno. Ci chiediamo di accertare le responsabilità di eventuali carenze di attenzione nelle scelte per garantire la sicurezza, la salute e la serenità delle persone”.
Attualmente sono appunto 125 i positivi su un totale di 422 tamponi effettuati ad ospiti, personale e volontari delle diverse sedi della Missione di Speranza e Carità. Fra i positivi risultano anche alcuni missionari nonché personale e volontari esterni alla Missione che sono stati posti in isolamento domiciliare.
E’ emerso innanzitutto che il numero totale di persone presenti nelle strutture è inferiore a quanto comunicato in precedenza, in considerazione del fatto che molti degli ospiti sono attualmente impegnati in lavori stagionali nelle campagne. Analogamente è inferiore il tasso di incidenza dei casi positivi, che è attualmente circa il 30% di quelli già processati
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