I corsi di formazione professionale collegati all’occupabilità sono ancora al palo nonostante alla Regione i soldi in cassa ci siano da tempo. C’è chi parla di una sorta di resa dei conti tra il presidente della Regione Renato Schifani e l’assessore regionale al ramo Mimmo Turano. Sarà oggi a ora di pranzo a Palazzo d’Orleans ma rumors sostengono che in realtà dietro a questo chiarimento c’è molto di più. Si cela quel caso politico della Lega a Trapani, di cui è alla guida proprio Turano, che ha scelto di non sostenere il centrodestra alle prossime amministrative del 28 e 29 maggio.

Il nocciolo della questione

La questione sul tavolo è certamente legata alla formazione e a quei corsi per i disoccupati che ancora tardano a partire. La Regione Siciliana ha in dote 100 milioni di euro del Pnrr a valere del famoso Programma Gol. Si tratta di corsi per rilanciare l’occupazione in favore quindi di disoccupati e precari delle pubbliche amministrazioni. Ancora non è partita ancora alcuna attività. E stessa cosa dicasi per la mancata spesa di ben 1,5 miliardi di euro stanziati nella nuova programmazione Fse 2021-2027. Insomma, un intero settore della formazione totalmente in stallo.

Le tensioni che si alimentano

Intanto ad alimentare le tensioni i sindacati e le associazioni datoriali. Cgil, Cisl e Uil prima hanno denunciato il ritardo di pagamento di ben 8 mesi dei dipendenti degli enti. Poi le associazioni Formare, Cenfop, Federterziario, Anfop, Asef e Forma Sicilia. Le loro preoccupazioni nascono dalle recenti dichiarazioni di Schifani inerenti la necessità di un check-up alla giunta. Il governatore ha detto che dopo le elezioni si andrà a verificare “l’opportunità di continuare il percorso con l’assessore all’Istruzione e formazione”. Significherebbe in questo modo ripartire da zero, con possibili ulteriori ritardi.

La richiesta di audizione

Le agenzie formative siciliane, nel frattempo, mantengono aperte le sedi sostenendo costi sulle proprie spalle. I lavoratori degli enti attendono stipendi arretrati, spesso per rendiconti bloccati dall’amministrazione regionale e con lo spettro dei licenziamenti collettivi che diventa sempre più imminente. “Nei prossimi giorni – fanno sapere le associazioni datoriali – saranno convocate le organizzazioni sindacali per avviare le procedure. A riguardo, alla già preoccupante situazione delle casse della Regione chiuse da dicembre scorso, preoccupa ulteriormente la notizia circa l’impugnativa da parte dello Stato del Bilancio della nostra Regione. Alla luce di quanto esposto, le chiediamo di essere auditi al fine di rappresentare le emergenze in cui sta soffocando il settore e di riflesso migliaia di donne e uomini siciliani”.

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