La moglie di Piero Pelù defenestrata dalla direzione artistica della Foss, l’orchestra sinfonica siciliana. E’ quanto filtra oggi dalle pagine del Giornale di Sicilia. Si consuma quindi un’altra tappa della lunga guerra che oramai da mesi si trascina tra i sindacati e i vertici della fondazione dell’orchestra. Un braccio di ferro culminato per l’appunto con la revoca dell’incarico a Gianna Fratta e del sovrintendente Francesco Di Mauro. L’incarico alla moglie di Pelù alla Foss era stato conferito nel 2021 da Nicola Tarantino, commissario straordinario della Fondazione nominato dall’assessore regionale al Turismo Manlio Messina.

I boatos

Il consiglio di amministrazione ha nominato il direttore amministrativo, Massimo Provenza, come facente funzioni. Dovrebbe restare in carica un paio di mesi al massimo, il tempo tecnico di individuare i nuovi nominativi. Si sta redigendo una nuova manifestazione d’interesse per la ricerca dei profili necessari. Entro fine mese dovrebbe essere varato il bando e poi entro il mese successivo stabilire i termini della scadenza per ricevere le candidature e scegliere.

Chi è Gianna Fratta

Attualmente una delle direttrici d’orchestra più apprezzate del panorama internazionale. E’ laureata in giurisprudenza, oltre ad avere concluso gli studi accademici in pianoforte, composizione, direzione d’orchestra, musica corale e direzione di coro. Nominata Cavaliere della Repubblica Italiana per meriti artistici, è docente di elementi di composizione e analisi al conservatorio “Giordano” e tiene regolarmente master class e lezioni in varie università nel mondo.

La lunga guerra

Una guerra fra la struttura commissariale dell’ente e i sindacati ma anche fra l’organizzazione della Fondazione e il mondo dell’informazione. Nel gennaio scorso vi fu uno sciopero, che sancì la totale e definitiva rottura, indetto senza alcuna assemblea dei lavoratori e con un’azione unilaterale dei sindacati. Fu conseguente alla proclamazione dello stato di agitazione. Lo sciopero ha portato alla cancellazione dei due concerti previsti venerdì 27 e sabato 28 gennaio e ha visto una partecipazione scarsissima di lavoratori. Solo 32 su 132, tra stabili e scritturati vi hanno preso parte.

“Danno economico e d’immagine”

La Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana aveva denunciato il danno economico subito. “In soli due giorni di sciopero” si sarebbe causata “la perdita di oltre 60.000 euro per la Foss, tra cachet comunque dovuti agli artisti, costi dei service per la registrazione per la Rai, rimborso dei biglietti già venduti, ecc”. Secondo la Foss la gran parte dei lavoratori, oltre il 75%, non condividerebbe le motivazioni addotte dai sindacati e non prende parte agli scioperi.

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