Dopo una lunga malattia è morto a Palermo il giornalista Fausto Galati. Aveva 85 anni, era stato a lungo redattore dell’Agenzia Italia e corrispondente del Giorno di Milano e si era occupato dei casi di cronaca più importanti. Era stato molto impegnato sia per l’Ordine, di cui era stato consigliere nazionale, che per l’Assostampa siciliana. Per questo suo impegno negli organismi di categoria, Galati era stato nominato presidente onorario del Gruppo pensionati. Nel suo ultimo intervento a un’assemblea sindacale, tre mesi fa, aveva sostenuto che “senza giornalisti indipendenti la democrazia è in pericolo”. E per questo, a suo giudizio, è “necessaria una grande mobilitazione”.

Funerali al Don Orione

I funerali di Fausto Galati si svolgeranno domani, martedì 26 marzo, nella chiesa di don Orione alle 10.30. “Con lui scompare un collega che era impegnato nel sindacato per la tutela dei diritti dei giornalisti”, afferma Giuseppe Rizzuto, segretario regionale dell’Assostampa.

Nel dicembre scorso il suo ultimo intervento in difesa del giornalismo

Di Fausto ricordiamo forse il suo ultimo intervento ad un’assemblea che si è svolta il 6 dicembre dello scorso anno.

“Saluto l’assemblea, ringraziando per l’affettuoso applauso e rammaricandomi di non poter essere lì presente per motivi di salute. Preliminarmente, ricordo che la presidente Mirto ed il suo esecutivo, in rappresentanza dell’assemblea, si sono attivati ai fini del riconoscimento alla carriera ai colleghi Giovanni Campolmi, Delia Parrinello, Gaetano Sconzo, Gianni Pietrosanti e Kris Mancuso, con i quali mi complimento. Entrando nel merito dell’ordine del giorno, rappresento che si tratta di un tema vasto e interessante, di un argomento sensibile quale è l’occupazione dei lavoratori giornalisti”.

Poi “Sul punto è essenziale che vi sia una sinergia tra il sindacato e gli altri organismi di categoria. Negli ultimi tempi si è manifestata da parte di questi ultimi la volontà di mantenere, viceversa, un’autonomia: la Casagit si è aperta a adesioni esterne alla categoria dei giornalisti, acquisendo una crescita qualitativa – quantitativa dei propri servizi; l’INPGI 2, a seguito della nota scissione, continua a garantire i rapporti di lavoro autonomo. Tuttavia, occorre che vi sia un giusto bilanciamento tra autonomia e coordinamento, che deve rintracciarsi nel fine comune della tutela dell’attività professionale. Auspico, dunque, che il sindacato si faccia promotore di un dialogo con il governo e con i citati organismi, rammentando che la professione giornalistica è garante di un interesse pubblico dei cittadini, tutelato dalla nostra Carta costituzionale. È doveroso che vi sia un cambio di marcia e maggiori garanzie per la stessa. L’indipendenza economica garantita da giusti salari è un mattone importante per la tenuta della nostra stessa democrazia. Nella speranza di aver individuato dei punti di riflessione per l’odierno dibattito, concludo augurando buon lavoro”.