Completata la composizione dell’Assemblea regionale siciliana ben un mese dopo le elezioni, è tempo di trattative all’interno della coalizione di centrodestra che rappresenta la maggioranza alla Regione. Sul piatto ci sono diversi passaggi.
La scelta del Presidente dell’Ars
Il primo tema è la scelta del Presidente dell’Ars. Secondo prassi consolidata spetterebbe a Fratelli d’Italia esprimere l’uomo o la donna che potrà guidare il Parlamento nei prossimi 5 anni. Sempre per prassi il ruolo dovrebbe andare ad un esponente del partito più votato della coalizione proveniente dalla Sicilia orientale. Non dovrebbe essere ne di Forza Italia ne occidentale visto che c’è già un presidente della Regione azzurro e palermitano.
In campo, dunque, il ragusano Giorgio Assenza e Giusi Savarino, deputato eletto nella Sicilia centrale. Sono questi i nomi che si fanno anche se di possibilità ce ne sono altre senza dimenticare che Gianfranco Miccichè punta a interrompere la prassi per ottenere un secondo mandato consecutivo.
Oltre al presidente ci saranno da scegliere i vice presidenti che, sempre secondo prassi, dovranno appartenere uno alla maggioranza e uno all’opposizione. Poi toccherà a deputati Questori e presidenti delle Commissioni.
Gli equilibri in giunta
Le scelte fatte all’Ars avranno un peso anche per la successiva scelta degli assessori regionali. I ragionamenti degli alleati sono sempre gli stessi: FdI aspira ad avere 4 assessorati oltre il presidente dell’Ars, 4 le deleghe su cui punta anche Forza Italia.
Le deleghe pesanti
FdI punta a Infrastrutture, Sanità, Turismo e Agricoltura, ma la sanità è fra le aspirazioni primarie di Forza Italia e Miccichè potrebbe pensare di cedere solo se vincesse la partita per l’Ars. Gli azzurri puntano anche su Agricoltura, Beni culturali e Turismo.
Autonomisti e Popolari, rimasti con 4 deputati e dunque accreditati di un solo posto in giunta, puntano sull’Economia o, in alternativa, le Attività produttive.
Agricoltura, Lavoro e Attività produttive sono nelle aspirazioni della Dc Nuova mentre Lavoro e i Beni culturali sono le richieste della Lega che potrebbe, però optare per l’Istruzione.
I numeri
Ma incrociando le richieste con i numeri della distribuzione servirebbero 13 poltrone per accontentare tutti mentre a disposizione ce ne solo 12. Se la Lega avrà due assessori la Dc Nuova ne chiede altrettanti a parità di deputati eletti. Se si considera un assessorato agli Autonomisti la somma fa 5 posti e dunque fra FdI e FI qualcuno dovrebbe rinunciare ad una poltrona visto che la richiesta è 8 (4 ciascuno) e le poltrone rimanenti sette.
Il nodo energia
C’è poi l’assessorato che, invece, nessuno vuole. E’ il nodo Rifiuti ed energia. Si tratta della delega più complicata che porta con se una quantità di grane.
Nodi al pettine dopo Ars e Sottosegretari
Per sciogliere tutti i nodi Schifani aspetterà ancora. Prima l’insediamento dell’Ars e l’elezione del Presidente e, nel frattempo, conta che da Roma arrivino anche le nomine dei Sottosegretari, che potrebbero dare un aiuto spegnendo alcune richieste locali
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