Rappresentano la rete di specialisti accreditati esterni dal sistema sanitario, erogano il 70% delle prestazioni specialistiche sul territorio, occupano una forza lavoro di circa 12 mila addetti, ma si sentono abbandonati dalla Regione Siciliana in una fase di emergenza sanitaria durante la quale vorrebbero poter partecipare ai processi decisionali per dare anche un contributo concreto nella lotta al Covid-19 e ai contagi. Per questa ragione, attraverso l’avvocato Giovanni Sellitto del foro di Napoli, alla fine di dicembre scorso, hanno inviato all’assessorato regionale alla Salute una richiesta, con una serie di istanze, e un contestuale atto di diffida.
Il coordinamento è formato da 8 sigle, Aipa, Ardiss, Cidec, Citds, Confcommercio Sanità, Croat, Siod, Sbv, di cui fanno parte i centri di fisiokinesiterapia, laboratori di analisi, centri di radiologia e specialisti delle varie branche come cardiologi e dermatologi. “Chiediamo il coinvolgimento delle organizzazione di categoria – dice il legale – con l’istituzione di tavoli tecnici. Ma anche che sia a carico del sistema sanitario la fornitura ai centri accreditati dei dispositivi di sicurezza e il rimborso dei tamponi rapidi degli operatori sanitari impiegati. Ed ancora – prosegue Sellitto – l’immediato adeguamento delle tariffe e dell’organizzazione per l’effettuazione dei test diagnostici nelle strutture private rispetto a quanto stabilito nell’accordo concluso dall’assessorato regionale con i medici di medicina generale. Bisogna eliminare le disparità anche sull’organizzazione, per la prevenzione del contagio, nell’accoglienza dei pazienti tra strutture accreditate e medici di medicina generale”, conclude Sellitto.
“Nonostante il nostro ruolo primario nella sanità siciliana con l’erogazione di migliaia di prestazioni giornaliere – scrive il coordinamento – da quando è scoppiata l’epidemia siamo stati esclusi da ogni interlocuzione. Le nostre strutture non hanno mai beneficiato di alcun aiuto della Regione per l’acquisto di dispositivi di protezione, che pure sono state assicurate ad altri, solo l’intervento dell’Ars ha evitato il tracollo del settore”. Ma il coordinamento tende la mano e ha deciso di mettere a disposizione, gratuitamente, tutte le strutture aderenti dell’Isola come centri di vaccinazione “per offrire un contributo concreto alla comunità siciliana”.
Commenta con Facebook