“E’ sotto gli occhi di tutti che il governo regionale non ha più una maggioranza. Musumeci venga all’Assemblea Regionale Siciliana per spiegare come intende uscire da questa paralisi istituzionale. Ci dica in sostanza con quali numeri vuol portare avanti le cose che aveva annunciato in campagna elettorale. Venga all’Ars prima della seduta d’aula di lunedì”.
Lo ha detto la capogruppo del Movimento 5 Stelle Valentina Zafarana a margine della riunione dei capigruppo all’Assemblea Regionale Siciliana di ieri. In queste poche parole è sintetizzata la situazione regionale siciliana. La maggioranza non c’è più. In realtà non c’è mai stata anche se i numeri dicevano che una risicata presenza di deputati di maggioranza (36 su 70) ci fosse.
Da subito sono iniziati i distinguo e oggi è facile contare 7 deputati formalmente di maggioranza che ad ogni occasione non mancano di mettere in crisi gli atti del governo.
Ieri in una intervista televisiva a Trm il Presidenza della Regione Nello Musumeci ha detto che ‘non è tempo di mercato nero’ dichiarando di non avere intenzione di procedere all’acquisto di singoli deputati come fatto dal suo predecessore Crocetta. Non vuole farlo portandoli verso la maggioranza e non vuole farlo ottenendone il voto singolarmente magari con provvedimenti di ‘scambio’. Chi vuol votare provvedimenti del governo lo faccia alla luce del sole così come chi nella maggioranza non vuole votarli lo faccia anch’egli alla luce del sole.
Ma se le cose stanno così come si potrà portare in porto bilancio e finanziaria e soprattutto come si potranno portare in aula norme e leggi nei prossimi 4 anni e mezzo?
Il primo soccorso viene da chi già ha portato il suo voto all’elezione di Gianfranco Miccichè. Due voti potrebbero arrivare da Sicilia futura. “Non serve l’opposizione alla maggioranza di Musumeci quando questa è in grado di far partire la legislatura nel peggiore dei modi, tra liti e disfide che danno la misura di quanto interesse alcuni
protagonisti del centrodestra abbiano nei confronti della Sicilia e dei cittadini. Abbiamo detto da subito – dice il capogruppo Nicola D’Agostino – che avremmo fatto un’opposizione responsabile e senza preconcetti, ma i ritardi sugli strumenti finanziari ed i continui rinvii da soli bastano descrivere un quadro disarmante. Musumeci assuma un’iniziativa seria per uscire da questo pantano”.
Ma all’appello ne mancherebbero ancora almeno altri cinque. La maggioranza potrebbe, allora, rivolgersi prioritariamente ai deputati Pd di area renziana. Quattro o cinque in questo caso per arrivare al limite del necessario. Ma qui il capogruppo Pd, che sta a cavallo fra l’area renziana e ‘gli altri’, Giuseppe Lupo, sembra lanciato a fare opposizione.
“Dopo 100 giorni di governo – scriveva Lupo lo scorso 8 marzo – i problemi della Sicilia sono ancora tutti li, irrisolti, nonostante il sostegno del governo Gentiloni ed i provvedimenti per l’emergenza acque e rifiuti. Questo è un governo che naviga a vista o meglio che galleggia con un presidente che pensa alla legge elettorale invece di occuparsi di risolvere i problemi concreti dell’isola. Musumeci venga in aula – prosegue Lupo – e dica come intende governare la Sicilia visto che, come lui stesso ha affermato, l’unica cosa fatta nei primi 100 giorni è stata perdere la maggioranza. Chi ha vinto le elezioni in Sicilia come a Roma governi, – aveva concluso – il PD è all’opposizione”.
Una posizione in qualche modo ribadita anche ieri parlando di bilancio e finanziaria “Il governo si ostina a non volere ammettere che non c’è più il tempo per approvare Bilancio e Finanziaria in aula entro marzo. Il presidente Musumeci venga all’Ars e dica come intende affrontare l’esame della manovra economica senza maggioranza”.
“Il governo naviga a vista e va avanti di rinvio in rinvio – aggiunge Lupo – mentre la Sicilia aspetta risposte che non arrivano. E nonostante il governo abbia comunicato in conferenza dei capigruppo di non potere rispettare l’impegno di presentare la manovra all’Ars entro oggi, nega la necessità di prorogare l’esercizio provvisorio”.
Quale strada prendere allora? Forse la Sicilia non sarà, in questo caso, precursore dei tempi ma attenderà di capire cosa accade a Roma per tentare di stringere un’alleanza di scopo speculare anche in Sicilia. Ma se l’idea è questa il rinvio della trattazione di bilancio e finanziaria a fine aprile sembra necessario e indispensabile.
Se invece l’intenzione è di proseguire con un governo di minoranza la sfida dei numeri da portare in aula una volta l’anno sarà un costante bagno di sangue politico come lo è stato ogni anno per Crocetta e compagni.
L’aula è convocata per lunedì pomeriggio, la prossima sfida sarà nelle commissioni dove oggi si è presnetato Musumeci proprio mentre arrivava l’inattesa proposta di soccorso pentastellato ma il tempo stringe, intanto, per bilancio e finanziaria.
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