Finale col botto per Le Vie dei Tesori: il festival che apre oltre 90 luoghi di Palermo, ha già raccolto numeri da record. Oltre 160 mila visitatori nei primi quattro weekend, ma si ripromette di raggiungere il massimo della sua lunga storia che dura da dieci anni.

E lo farà durante la lunga Notte Bianca dell’Unesco durante la quale saranno aperti gratuitamente i siti che formano il percorso arabo normanno. Dai mosaici lussuosi dei re normanni alla semplicità delle cupole islamiche, dalle muqarnas cesellate alle iscrizioni simbolo di convivenza: un percorso unico, un viaggio affascinante che segna di fatto l’avvio del 51° sito dell’Unesco. Domani (venerdì 28 ottobre) la cerimonia di inaugurazione ufficiale con il Capo dello Stato Sergio Mattarella, dalle 20 a mezzanotte saranno visitabili la Cattedrale, la chiesa di San Cataldo, la Martorana, San Giovanni degli Eremiti, Ponte Ammiraglio, il Palazzo della Zisa (navetta gratuita da piazza Indipendenza); ingresso libero a Palazzo Reale e alla Cappella Palatina già sin dalle 19. La Notte Bianca sarà poi sabato a Monreale dove apriranno il Duomo e il chiostro, dalle 20 alle 24; e domenica a Cefalù, sempre Duomo e chiostro, dalle 17 alle 21.

LA PINACOTECA DEI BORDONARO. Ma questo ultimo weekend riserva moltissime sorprese: come la scoperta di Villa Chiaramonte Bordonaro, in quella che un tempo fu la Piana dei Colli, la villeggiatura dei nobili palermitani. La ex casina di caccia dei Marchesi Geraci fu poi acquistata dai Bordonaro che la trasformarono e la ammodernarono dotandola di due belle terrazze con il pavimento in maiolica. Ma non è tanto la struttura a riservare sorprese quanto l’interno: la villa – ancora oggi abitata dai proprietari e aperta venerdì e sabato dalle 10 alle 17,15 -, conserva la più importante collezione d’arte privata di Palermo: è parte della collezione di Gabriele Chiaramonte Bordonaro (1834–1914), collezionista dal sicuro gusto internazionale, che acquistò opere di grande importanza da galleristi europei: dai dipinti del ‘300 e ‘400 fiorentino ai fiamminghi del ‘400 e agli olandesi del ‘600 fino alle tele da attribuire a Van Dyck. Una pinacoteca straordinaria, dimenticata per decenni e mai aperta al pubblico, che si mostra per la prima volta grazie alla collaborazione dei suoi proprietari. E proprio per questo motivo è stato chiesto l’aiuto di giovani specialisti di storia dell’arte guidati da Claudio Gulli, che ha studiato per due anni la collezione. Il percorso di visita comprende i saloni al primo piano (ma non il parco) attraverso le diverse collezioni del senatore Bordonaro (maioliche, antichità greche, libri d’arte), a partire da un suo ritratto del pittore umbertino Antonio Zona. In seguito, tre giovani studiosi presenteranno alcune opere, sulle quali hanno condotto specifici approfondimenti. Martina Bordone (Università di Firenze) si occuperà di un polittico integro di inizio ‘400; Giovanni Pescarmona (Università di Firenze) si concentrerà su una cuspide di un polittico smembrato, “Dio Padre che regge il Crocifisso” di Gherardo Starnina; e Clare Kobasa (Columbia University) presenterà una “Testa di apostolo” di grande impatto scenico, probabilmente da attribuire ad Anton Van Dyck.

IL CONSERVATORIO DEI GIOVANI ENSEMBLE. E un’altra sorpresa, solo per questo ultimo weekend: non solo sarà possibile visitare sabato e domenica (dalle 9 alle 13,30), il Conservatorio Bellini, ma lo si farà sulla scia delle note: si scoprirà che sorge sulla trecentesca chiesa della SS.Annunziata, di cui rimangono il campanile, il colonnato dell’ex chiostro, il portale chiaramontano e un bassorilievo del ‘400. E tutta la casa dei giovani talenti risuonerà di musica: dalle 10, in sala Sollima, si esibiranno un Ensemble di trombe diretto da Nicola Genualdi; Giorgio Morello al pianoforte, il duo Riccardo Lo Coco e Domenico Pecoraro a mandolino e chitarra, il duo Nina Cannella e Gioacchino Tubiolo a sax e pianoforte. In contemporanea, dalle 9 in sala Scarlatti, il duo pianistico Elisa Filippello e Paola Gino Grillo, lascerà il posto ai soprani Antonella Infantino, Federica Faldetta, Chiara Fiorani, al sopranista Giuseppe Montagno, al tenore Andrea Schifaudo, accompagnati al piano da Adele Mazzi. Altri giovani musicisti e cantanti si esibiranno domenica.

I LUOGHI APERTI. Basta? No di certo. Per chi finora non fosse riuscito a visitare il gigante fascista con i dipinti futuristi di Benedetta Cappa Marinetti, avrà questo weekend una doppia possibilità: Palazzo delle Poste aprirà infatti sia venerdì dalle 9 alle 16 che sabato dalle 9 alle 12,30. Tornano ad aprire le loro porte, per questo ultimo fine settimana di “tesori”, tre luoghi del Comune: dalle 10 alle 17,30, il Miqveh, il bagno rituale ebraico nell’atrio di Palazzo Marchesi, tra i pochissimi rimasti in Europa; e le catacombe di San Michele Arcangelo a cui è legata una particolarissima leggenda, in cui entrano un sacrestano ladro, una falsa immagine della Madonna e delle lacrime vere. Dalle 10 alle 17, infine, riapre anche l’Archivio storico comunale, con i suoi 7000 metri di scaffalature lignee che custodiscono la memoria della città. Saranno possibili le ultime visite dietro le quinte del Teatro Massimo, che però raddoppia: sarà infatti aperto dalle 13 alle 17 del sabato e dalle 13 alle 15,30 della domenica.

Il GIOCO DEL LOTTO RADDOPPIA. Un raddoppio anche per il Gioco del Lotto, main sponsor del Festival: permetterà di visitare gratuitamente sabato (dalle 10 alle 17,30) l’oratorio di San Lorenzo, il tripudio di stucchi di scuola serpottiana che venne violato dai ladri che rubarono la famosa Natività del Caravaggio; domenica toccherà invece alla Camera dello scirocco di Villa Naselli, per comprendere appieno l’abitudine dei nobili di riservare uno spazio adeguatamente ventilato nelle giornate torride.

VIVERE BENE PER VIVERE MEGLIO. Un incontro con il più celebre teorico della “decrescita felice”: Serge Latouche, filosofo ed economista francese, sarà venerdì alle 17 allo Steri per spiegare il suo modello di “decrescita felice”. In un mondo in cui si vive in maniera frenetica, senza riuscire a godere appieno dei risultati raggiunti, Latouche propone un’inversione di tendenza, una prospettiva economica alternativa basata sul benessere inteso come un bien vivre che tiene conto di aspetti immateriali e normalmente “dimenticati”, quali la cultura, il tempo libero, le relazioni umane. Serge Latouche ne parlerà con l’antropologo siciliano Franco La Cecla.

IL VIOLONCELLO SCOMPOSTO DI FERNANDEZ. Questo weekend anche l’ultimo appuntamento con la musica: domenica alle 11, nella chiesa del SS.Salvatore, un concerto straordinario che però non è come appare. David Fernandéz, eclettico artista spagnolo berlinese d’adozione, si presenta con il suo Ecce Cello, un violoncello che però, pian piano, si scomporrà fino ad assumere un nuovo aspetto e dare alla luce sonorità impreviste. Fernandéz mixa classica, elettronica e jazz, amalgama Bach e Sex Pistols, Shostakovich e Eminem, Arvo Pärt e Piazzolla. In collaborazione con PromoArtPalermo di Aura Lopes. Direzione artistica: Roberto Bellavia. Biglietto: 10 euro. Parte del ricavato verrà utilizzata per progetti di reinserimento di ex detenuti del Malaspina.

LE VIE DEI SAPORI. Stavolta è il grano siciliano il vero protagonista a San Lorenzo Mercato per “Le Vie dei Sapori”, in collaborazione con Le Vie dei Tesori, il corso di laurea in Scienze e Tecnologie Alimentari dell’Università e l’associazione Cuochi e Pasticceri. Timilia, Russello, Perciasacchi: sono solo alcune delle 50 varietà di grani antichi autoctoni, conservate nel tempo grazie all’impegno dei contadini. Da qui nascono farine integrali che grazie alla molitura a pietra, mantengono gli elementi propri di germe di grano e crusca. Se ne parla con il produttore Marco Riggi e con Dario Giambalvo, docente del Dipartimento di Scienze Agrarie. Alla fine, lo chef Francesco Lelio preparerà “A Trabbia”, busiate di Russello con zucca rossa e maialino siciliano.

LE MOSTRE. Nella sede Catena dell’Archivio di Stato è ancora visitabile la mostra documentaria “Giuseppe Damiani Almeyda. L’archivio dell’architetto”, curata da Mario Damiani, Paola Barbera e Antonella D’Antoni. Documenti e “strumenti” originali dall’archivio personale di Giuseppe Damiani Almeyda, consentono di conoscere il metodo del grande progettista. Nella sede Gancia è aperta la mostra documentaria La Sicilia e il mare. Testimonianze iconografiche e documentarie. Secoli XV-XX. Invece al Museo Diocesano, tra le numerose opere esposte negli straordinari saloni affrescati, si può scoprire un curioso sgabello intagliato con simboli della storia della città: è “Uccio”, realizzato dai detenuti dell’Ucciardone che presto lo doneranno al Papa.