• A Palermo la protesta degli Asu dei Beni culturali
  • Chiedono integrazione oraria a 16 ore e di essere stabilizzati
  • La lettera indirizzata all’assessorato regionale ai Beni culturali
  • Samonà “Personale svolge ruolo importante, trovare soluzioni”

Protestano a Palermo i 270 lavoratori ASU dei Beni culturali della Regione Siciliana, in attesa da decenni di una tanto agognata stabilizzazione. Chiedono l’assunzione tra i ranghi della pianta organica della Regione e l’integrazione oraria. Al grido “Dignita” si sono concentrati a Palermo in via delle Croci, davanti all’ingresso dell’assessorato ai Beni culturali, per protestare contro l’immobilismo della politica.

La richiesta: il contratto a tempo indeterminato

“Siamo oltre 4700 – dice una lavoratrice ASU -, protestiamo perché l’articolo 36 è stato impugnato un fatto che ci nega il diritto di ricevere un contratto a tempo indeterminato. Continuiamo a essere lavoratori in nero a tempo indeterminato”.  “Chiediamo una integrazione oraria a 16 ore per dare ossigeno alla categoria ma soprattutto che sia dato seguito alla sentenza della corte costituzionale che ci consente di essere stabilizzati. Esigiamo la nostra agognata stabilizzazione”. “Ci hanno derubato per 23 anni della nostra dignità. Ogni giorno ci dicono che la nostra situazione va sanata, ma si continua con il lavoro nero”. “Senza di noi la macchina amministrativa siciliana si fermerebbe ma ora non siamo più disposti a continuare così. Siamo pronti alla lotta perenne”.

La lettera all’assessorato

Ieri hanno anche sottoscritto una lettera indirizzata all’assessorato regionale ai Beni culturali per rivendicare quelli che oramai da tempo considerano dei diritti venuti meno.  Nella missiva nello specifico si chiede all’assessore regionale Alberto Samonà di farsi portavoce in tutta la politica siciliana tutta per permettere che, dopo 7 anni in totale e tre di utilizzo diretto ai beni culturali, alla categoria venga riconosciuta anzitutto la famosa applicazione della sentenza della Corte Costituzionale, in cui si sancisce questo utilizzo diretto da parte della Regione Siciliana e i relativi “obblighi giuridici che ne conseguono”, vale a dire l’assorbimento nella pianta organica regionale e dunque la fuoriuscita dal bacino del precariato. In seconda istanza si chiede l’integrazione oraria, al pari di altri lavoratori in utilizzo diretto presso altri enti, come accaduto in Comuni e aziende sanitarie.

Samonà “Personale svolge ruolo importante, trovare soluzioni”

“In merito alla protesta del personale ASU che questa mattina ha manifestato a Palermo, non posso che esprimere la mia piena comprensione per una situazione che attiene non solo all’uscita da una lunga fase di precariato, ma riguarda il concetto stesso di dignità nel lavoro”. Lo ha dichiarato l’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà.

L’assessore ha continuato: “Il Governo regionale ha già espresso in modo chiaro la propria volontà nel corso della recente sessione finanziaria, che va proprio in questa direzione e sono in corso in queste ore, da parte dell’assessorato del Lavoro, approfondimenti giuridico-legali e contatti diretti con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, per trovare soluzioni che consentano di superare lo stop dovuto all’impugnativa dell’art. 36 della stessa finanziaria”.

“Auspico si riesca a regolarizzare al più presto posizione lavorativa”

Ed ha poi precisato: “In questo anno di mandato ho avuto modo di verificare personalmente l’importante ruolo svolto dal personale ASU utilizzato all’interno dei siti e degli uffici del Dipartimento Beni Culturali e auspico si riesca a regolarizzare al più presto la loro posizione lavorativa”.

Incontro con sigle sindacali per la settimana prossima

Intanto l’assessore Samonà ha già fissato per la prossima settimana un incontro con i rappresentanti delle sigle sindacali che avevano chiesto di incontrarlo per un aggiornamento della situazione.

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