Tarda ad arrivate la riforma del settore forestale e i sindacati tornano a chiedere alla Regione di accelerare dopo lo stop alla stabilizzazione dei Forestali per effetto della sentenza della Corte Costituzionale n emessa il 2 settembre scorso.
“Il governo regionale continua a promettere riforme che non ci sono e a impegnarsi su date che non vengono rispettate. Così si offendono oltre 19 mila lavoratori e 214 sindaci siciliani che con Uila Uil, Flai Cgil e Fai Cisl sono stati e sono protagonisti della battaglia per la riforma forestale. Al danno, intanto, si somma la beffa: i forestali rischiano di vedersi negare le giornate di attività previste dalla legge e rimane irrisolto il caso degli arretrati contrattuali”. Sono i segretari territoriali della Uila Sicilia, convocati oggi in videoconferenza dal segretario generale Nino Marino, a spiegare le ragioni “della piena e convinta partecipazione” al sit-in unitario di protesta che si terrà mercoledì 14 con inizio alle 10 dinanzi la sede della Presidenza della Regione a Palermo.
In particolare, i sindacati contestano “l’inspiegabile silenzio del governo Musumeci di fronte al documento che nelle scorse settimane era stato firmato dai segretari di Uil, Cgil e Cisl Sicilia assieme ai segretari di Uila, Flai e Fai per chiedere un confronto urgente e denunciare i ritardi negli avviamenti dei lavoratori forestali e l’incertezza sulle risorse finanziarie, attualmente non disponibili, necessarie a completare le giornate di garanzia previste dalla legge”.
“Vogliamo sottolineare – avevano scritto – che il mancato espletamento dell’attività lavorativa per oltre 19 mila forestali comporterebbe un danno economico per loro, per le loro famiglie e le comunità in cui vivono oltre a provocare un irrimediabile danno contributivo e previdenziale. Riteniamo inoltre preoccupante e fortemente lesiva che, malgrado la proposta legislativa esitata dalla Giunta, gli uffici stiano procedendo al recupero degli arretrati contrattuali 2006/2009 e lo stiano facendo proprio nel momento in cui i forestali soffrono per l’accumulo di arretrati e l’incertezza sulle giornate lavorative”.
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