No alla stabilizzazione dei Forestali e stop, di fatto, anche a qualsiasi forma di stabilizzazione alla Regione siciliana se non passa da un concorso pubblico. E’ l’effetto della sentenza della Corte Costituzionale numero 199 emessa il 2 settembre scorso. Dopo aver bocciato la stabilizzazione degli ex Pip la Consulta cassa un’altra legge regionale, quella che riguarda i forestali, contenuta in un articolo della legge di stabilità 2019.

La Suprema Corte si è pronunciata sulla legge 22 febbraio 2019 n. 1 nella parte recante “Disposizioni sul personale impiegato nel servizio antincendio boschivo – Mantenimento di detto personale a tempo indeterminato”.

La norma puntava ad una forma di stabilizzazione dei forestali attraverso l’esigenza di ‘continuità del servizio antincendio boschivo’. La norma era inserita proprio nelle disposizioni programmatiche e correttive per l’anno 2019. Legge di stabilità regionale”.

La Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 14 delle legge 22 febbraio 2019 numero 1 nella parte in cui dispone che “al fine di garantire  la continuità del servizio antincendio boschivo regionale il personale di cui all’articolo 12 della legge regionale 28 gennaio 2014 n. 5 in ragione dell’elevata esperienza professionale acquisita durante il servizio prestato nel quinquennio 2014-2018 presso le sale operative provinciali è mantenuto nelle medesime mansioni senza determinare maggiori oneri a carico del bilancio regionale”.

Secondo la Corte “tale disposizione, in assenza di un termine finale e in mancanza di una limitazione numerica, determina una stabilizzazione del personale forestale, mediante un inquadramento riservato nel ruolo dell’amministrazione regionale”.

Per la Corte la disposizione ‘eccede le competenze dello Statuto in quanto si pone in contrasto con l’articolo 97 quarto comma della Costituzione”

“Nel prevedere il mantenimento nelle medesime mansioni senza alcun limite temporale – si legge in decisione – si determina la stabilizzazione del personale antincendio boschivo… in violazione della regola del pubblico concorso che rappresenta il necessario sistema di reclutamento per l’accesso ai pubblichi impieghi”.

Nella sentenza (Presidente Morelli, redattore Amoroso) si va oltre e si ribadisce un principio generale costante orientamento della Corte Costituzionale che suona come un avviso al legislatore regionale, un invito a non proseguire con i tentativi di scavalcare il concorso pubblico “…il pubblico concorso costituisce la forma generale e ordinaria di reclutamenti per le amministrazioni pubbliche, quale strumento per assicurare l’efficienza, il buon andamento e l’imparzialità amministrativa”.

Una doppia sentenza, dunque (la prima era stata quella sui Pip) che segna chiaramente l’orientamento della Corte Costituzionale: non permettere più deroghe di alcun tipo come avvenuto negli anni passati. Anni, quelli, che appaiono ormai molto lontani nel tempo.

“La mazzata della Consulta sulla stabilizzazione dei forestali è un po’ la cartina di tornasole sull’operato di Musumeci , che certifica, ove ce ne fosse ancora bisogno, l’inettitudine di questo governo del nulla, che opera poco, e quando lo fa, lo fa malissimo”.

Lo afferma il capogruppo del M5S all’Ars Giorgio Pasqua.

“Anche per noi – afferma Pasqua – soprattutto gli antincendio dovrebbero entrare a regime 365 giorni all’anno, ma ancora una vota questo esecutivo ha scelto la strada sbagliata, andava previsto un concorso con soglie per i forestali già in servizio, come è stato fatto per l’Arpa e per il Corpo forestale”.

“Dopo il giro di boa della legislatura – afferma Pasqua – dentro il carniere di Musumeci e, quindi dei siciliani, c’è è poco o nulla. A parte la riforma sull’urbanistica, alla quale abbiamo dato un enorme e fondamentale contributo, non c’è traccia delle strombazzate riforme in campagna elettorale. In compenso abbiamo varato una Finanziaria con i soldi del Monopoli, della quale ancora, come abbiamo anticipato in tutti i posti e in tutte le salse, non sì è ancora visto un solo euro”.

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