Si fa presto a dire di fare impresa in questa nostra regione. A più riprese viene detto che si deve diventare imprenditore di se stessi e non aspirare al posto pubblico.

Bisogna avere idee per potere entrare nel mercato e realizzare progetti e inserirsi nel mercato globale che offre tante opportunità.

Un bel pensiero utopistico se ci si confronta con infrastrutture da Medioevo. Strade colabrodo, collegamenti aerei del tutto insufficienti e piattaforme per spedire i prodotti che vanno in tilt lasciando nei guai gli imprenditori, quei pazzi che continuano a investire e lavorate in questa terra.

Merce pronta impacchettata che non riesce a lasciare i magazzini. E’ quanto sta avvenendo in Sicilia in questo pazzo 2020.

Nonostante la pandemia c’è stata una crescita delle vendite dei prodotti dell’isola con volumi mai visti. Gli spedizionieri parlano di volumi triplicati.

Peccato che a fronte di tanti e tanti ordini la merce rischia di restare nei depositi. E’ l’ultima beffa che sta creando grandi difficoltà a tantissimi imprenditori con i pacchi pronti che forse non saranno mai spediti.

Un’economia che dovrebbe essere incentivata che è stata la fortuna di aziende come Amazon, ma che qua da noi sembra fantascienza.

“La piattaforma ormai è satura. Non riusciamo a prendere la merce e spedirla. Abbiamo avuto un numero esagerato di spedizioni. Siamo al collasso”, dice uno dei più importanti spedizionieri palermitani.

A otto giorni dal Natale il giocattolo si è rotto in modo clamoroso. Peccato. L’ennesima beffa per quanti credono che in questa terra si possa continuare ad investire e lavorare.

“Rischiamo di buttare il lavoro di tanti mesi – racconta un imprenditore – Non riusciamo a spedire la merce prenotata e non sappiamo perché. Possibile mai che con la fame di lavoro e con la necessità di vendere i nostri prodotti per pagare gli stipendi agli operai non riusciamo a trovare soggetti che possano svolgere il lavoro in questo periodo quando gli ordini sono costanti. Non mi riferisco sono ai soggetti privati, ma anche a quelli pubblici gestiti in modo privato. Possibile che queste aziende non riescano a programmare e prevedere azioni che possano aiutare noi imprenditori. Ancora una volta stiamo rischiando di perdere fette di mercato che ci siamo conquistati con il lavoro di di anni”.

 

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