È sempre più aperta la spaccatura all’interno del centro destra in Sicilia. Prima la lettera inviata da alcuni deputati azzurri a Silvio Berlusconi in cui si contestava la posizione “scomoda” di Gianfranco Miccichè, Commissario del partito in Sicilia e presidente dell’Ars. E una trafila di assessori regionali, deputati dell’Ars e membri del partito però hanno contro scritto una lettera chiedendo a Berlusconi di mettere a tacere i mal di pancia.

Ora arriva un altro botta e risposta scuote il partito azzurro. Quello tra il vice capogruppo di Forza Italia all’Ars Michele Mancuso e Peppe Germano, responsabile organizzativo regionale Cantiere Popolare. A centro del dibattito la posizione di Saverio Romano, Romano rappresenta i centristi della coalizione che sostiene Musumeci e che ieri ha criticato la convocazione del vertice del centrodestra per discutere delle alleanze, dei programmi e delle candidature alle elezioni amministrative da parte di Miccichè. “In un momento nel quale la politica dovrebbe volare alto e occuparsi di provvedimenti a tutela dei comparti produttivi. La priorità oggi è un’altra e in ogni caso riconosciamo solo a Musumeci e a nessun altro il ruolo di garante del centrodestra in Sicilia. Qualcuno informi Miccichè del Coronavirus”, ha detto Romano.

Mancuso oggi ricorda a Romano che “le misure emergenziali che invoca sono di competenza del governo nazionale e che in Sicilia c’è l’esercizio provvisorio fino al 30 aprile. Polemica pretestuosa”. Il vice capogruppo di Forza Italia ha detto, riferendosi al leader di Cantiere Popolare, che “la paura di rimanere emarginato nel quadro del nuovo centrodestra siciliano, non lo rende lucido”.

A prendere le difese di Romano arriva Peppe Germano. “Mancuso sa o ignora che il Parlamento nel quale siede è dotato di autonomia statutaria da quasi 74 anni? Non pensavo di dover essere io a renderlo edotto”, dice in una nota. E rincara la dose contro Miccichè: ” Inadeguato il comportamento del Presidente Miccichè che, invece di dirigere e coordinare i lavori d’aula, si arroga il potere di convocare riunioni di coalizione senza che egli ne abbia la titolarità e forse nemmeno la competenza”.