Davide Rampello ha detto di no e come lui anche gli altri nomi illustri messi in campo dal vociferare politico di questi mesi. Troppe grane e pochi vantaggi per accettare un incarico da assessore regionale ai Beni Culturali in Sicilia.
Ma se gli altisonanti nomi vengono meno, su quelli meno illustri ma più quotati di questi mesi scattano i veti incrociati. Così sparisce dall’elenco Carmelo Briguglio, e perfino Rosalba Panvini la cui nomina sembrava cosa fatta non è più in pole position. E’ Forza Italia che dovrà esprimere il candidato assessore ai Beni Culturali ma quale che sia il nome dovrà avere il gradimento di Musumeci altrimenti niente nomina.
Il diritto di veto il governatore se lo è riservato quando ha capito che la nomina ad assessore della Panvini era materia troppo divisiva nella maggioranza. Ma Musumeci non rinuncia, al contrario rilancia, e si prepara a nominarla Dirigente Generale proprio ai Beni Culturali in modo da avere una longa manus all’interno di quell’assessorato oltre all’assessore, comunque, gradito.
Miccichè sarebbe tornato a fare il nome di una donna, sempre la stessa che mette in campo ad ogni occasione, ma stavolta sarebbe scattato il veto di Musumeci. Dunque non c’è più un candidato in pista per quell’assessorato.
D’altra parte non si tratta dell’unico problema in vista del rimpasto, un rimaneggiamento della giunta che si complica ogni giorno che passa. Gli altri temi sono la richiesta sommersa dei centristi di sostituire l’assessore Toto Cordaro, richiesta sempre smentita da tutti i diretti interessati ma con prese di posizioni insufficienti a smorzare le voci, e la richiesta di Miccichè di silurare Armao, questa tutt’altro che sotterranea.
Sulla prima Musumeci non ci sente proprio per nulla, sulla seconda vorrebbe evitare. Ed ecco che compare un’altra voce per salvare ‘capra e cavoli’. Ad Armao potrebbe essere offerto il posto che sta per liberarsi come giudice del Cga. Le sue doti da giurista sarebbero perfette per il Consiglio di Giustizia Amministrativa. Ma naturalmente si tratta solo e soltanto di voci.
Nessun problema, invece, per altre due sostituzioni. Fratelli d’Italia ha già indicato Manlio Messina per sostituire Sandro Pappalardo dimessosi per andare all’ente nazionale del turismo. E Musumeci non avrebbe difficoltà neanche a rispettare il turn over chiesto da Forza Italia all’Agricoltura con l’arrivo di Toni Scilla al posto di Edy Bandiera.
I nodi, dunque, restano due o tre: l’assessorato ai Beni Culturali, quello all’economia con una appendice polemica anche sul territorio. Pedine non certo secondarie in uno scacchiere nel quale non tutti i pezzi sembrano aver trovato il loro posto.
Commenta con Facebook