“In un momento di enorme crisi economica in cui le attività commerciali registrano ZERO incassi o peggio, sono costrette a chiudere, il Comune di Palermo cosa fa? Chiede soldi ai commercianti, infierendo senza pietà su una categoria già distrutta dalla pandemia e dalle false promesse del governo nazionale ricattandoli con la revoca delle licenze se non pagano i tributi. Evidentemente anche il Sindaco di Palermo, così come il governo Conte, non ha neanche la vaga percezione della gravità della situazione economica in cui versa la Sicilia. Si tratta dell’ennesima aberrazione dell’amministrazione comunale”. Lo scrive in una nota il Coordinatore regionale di Forza Italia Gianfranco Miccichè.
“Sarebbe opportuno – conclude Miccichè – che, in questi momenti di difficoltà obiettiva, l’amministrazione Orlando stesse dalla parte dei cittadini e delle imprese, quest’ultime duramente colpite dal precedente lockdown, dalle nuove disposizioni di coprifuoco e con la spada di damocle di una nuova serrata”.
L’evasione dei tributi locali iinfatti attiverà procedure sanzionatorie che arrivano alla revoca della licenza e delle concessioni esistenti per le attività produttive o al diniego di autorizzazioni per l’avvio di nuove attività.
E’ questa la sintesi del regolamento approvato dal Consiglio comunale per la disciplina e l’applicazione delle misure preventive per sostenere il contrasto dell’evasione dei tributi locali.
L’obiettivo del provvedimento, che è stato oggetto di un maxi emendamento proposto dalla Commissione consiliare Bilancio presieduta dalla consigliera Barbara Evola, è quindi quello di garantire una maggiore efficacia contro l’evasione del pagamento totale/parziale di tributi comunali.
Oggetto delle sanzioni saranno tutti gli esercenti l’attività commerciale o produttiva sottoposta al rilascio di licenze, autorizzazioni, concessioni, a segnalazioni certificate di inizio attività, uniche o condizionate da parte del Comune.
Il nuovo regolamento che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2021, prevede, quindi, che nel caso in cui venga verificata a carico del contribuente una irregolarità tributaria, ciò potrà avere come conseguenza la sospensione della licenza, almeno che l’interessato non provveda entro 60 giorni ad avviare la regolarizzazione anche mediante ricorso ad una rateizzazione.
Decorso infruttuosamente questo termine, entro i 15 giorni successivi si procederà, quindi, alla emissione del provvedimento di sospensione dell’attività per un periodo di novanta giorni, ovvero sino al giorno della regolarizzazione se antecedente. Qualora il contribuente non regolarizzi la propria posizione debitoria tributaria entro il termine indicato, il Suap procederà con determina dirigenziale alla revoca delle licenze/dell’autorizzazione/concessione o a disporre la cessazione dell’attività in caso di SCIA.
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