“Ignoranza costituzionale. Solo a questo si può addurre l’accordo siglato tra Stato e Regione Sicilia, riportato nell’articolo 11 del Dl enti locali, che di fatto svende l’autonomia della Regione. Se l’articolo 11 venisse approvato così come è stato redatto e presentato, la Sicilia sarebbe di fatto commissariata ed il suo statuto modificato”.

L’attacco segnail ‘ritorno’ alla politica attiva in Sicilia di Stefania Prestigiacomo, da qualhe mese sulla bocca di Gianfranco Micciché come possibile candidato alla Presidenza della regione (per qualcuno ottimo specchietto per le allodole) e che adesso torna a dichiarare.

“I professori Gaetano Armao e Andrea Piraino, auditi in Commissione Bilancio della Camera – prosegue la Prestigiacomo-, hanno demolito l’accordo firmato dal Governatore Crocetta, sia nel merito che nelle modalità. L’articolo va necessariamente cambiato, non possiamo accettare così tacitamente, che lo Stato intervenga così a gamba tese su una Regione a statuto speciale. Crocetta – conclude – si assuma le sue responsabilità e non scarichi su tutta la regione la sua inettitudine”.

‘Cosa vuole Forza Italia,m affossare definitivamente i conti siciliani facendo perdere alla Sicilia i 500 milioni che hanno salvato il 2016?’ si chiede fra le righe l’assessore all’economia Alessandro Baccei che non si risparmia, sia pure col suo modo di fare fra il tecnico e il pacato.

Ma a chiarire il tema da Palermo è il capogruppo azzurro all’Ars Marco falcone per il quale non sono in discussione i 500 milioni che spettano di diritto all’isola, ma la contropartita che viene illegittimamente concessa a Roma.

 “Sul trasferimento dei 500 milioni di euro da Palazzo Chigi alla Sicilia la posizione di Forza Italia è assolutamente chiara. Il presidente del Consiglio deve infatti mantenere l’impegno assunto, ma senza pensare di violare, con un semplice accordo, le norme di attuazione del 1965, emanate con decreto del presidente della Repubblica, che prevedono che le imposte dell’Isola vengano interamente trattenute nelle casse regionali – dice Falcone -. Respingiamo con forza ogni tentativo di predeterminare una percentuale, in questo caso i 5,61 decimi del gettito IRPEF, in quanto ribadiamo spetta interamente alla Sicilia. Renzi e Baccei non possono pensare di dare con una mano e di sottrarre molto di più con l’altra. Riconoscano il contributo secco di 500 milioni e poi si proceda con la riderterminazione delle norme di attuazione”