C’è una fuga di infermieri dalla Sicilia. Figura che nell’isola, secondo l’ordine degli infermieri di Palermo, è “sottopagata” con gli operatori oberati dal lavoro e per le perenni carenze di organico, costretti a lavorare in condizioni di pericolo per le frequenti aggressioni nelle aree di emergenza. E ogni anno dall’isola gli infermieri fuggono per andare a lavorare in contesti più dignitosi, in cui la loro professionalità sia valorizzata adeguatamente.

Amato, “Emorragia di professionisti”

Il presidente dell’Ordine degli Infermieri di Palermo, Antonio Amato, sottolinea questo “fenomeno” migratorio che tende a diminuire ancor più il numero di professionisti in un contesto già complicato come quello siciliano: “C’è un’emorragia di professionisti che cresce in parallelo alla diminuzione in Sicilia di opportunità lavorative che siano in linea con il percorso di studi e con le legittime aspettative di questi operatori. Eppure ci sarebbero gli strumenti per frenare questo fenomeno così triste che via via depaupererà la sanità regionale, a partire dall’introduzione di figure come quella dell’infermiere di comunità, dell’infermiere di famiglia e delle qualifiche dirigenziali infermieristiche”.

“Spesso gli infermieri 118 gestiscono emergenze al di là delle loro competenze”

Amato cita come un esempio fra i tanti, il caso degli infermieri in servizio al 118. “Spesso, a causa dell’assenza di un medico a bordo delle ambulanze – aggiunge Amato – gli infermieri si trovano a gestire situazioni di emergenza che vanno molto al di là delle loro competenze. Il risultato è che le responsabilità e i rischi ricadono esclusivamente su questi operatori, con le conseguenze ovvie ed evidenti”.

“Abbiamo chiesto incontro con assessore fin dal suo insediamento”

L’Opi Palermo sollecita nuovamente l’assessora regionale alla Salute, Giovanna Volo, a convocare un incontro. “Sin dal giorno del suo insediamento – aggiunge Amato – abbiamo chiesto un incontro all’assessora Volo, auspichiamo che finalmente ci si possa confrontare sul presente e sul futuro di questi professionisti, meccanismo indispensabile della macchina assistenziale e sanitaria in Sicilia”.