Un provvedimento interdittivo antimafia è stato adottato nei confronti della ditta La Fenice ortofrutticola s.r.l., di Salvatore Lo Iacono , concessionario di attività di commercio all’ingrosso di frutta e verdura nel mercato ortofrutticolo di Palermo. Lo rende noto la Prefettura.

La Guardia di Finanza, secondo l’accusa lo scorso 8 aprile, ha effettuato un sopralluogo in un capannone in via Libero Grassi scoprendo un mercato illegale all’ingrosso ed al dettaglio di ortofrutta, al di fuori del mercato.

La struttura, aveva raccontato dieci giorni fa la Finanza, è stata individuata a seguito di attività di intelligence economico – finanziaria sviluppata dalle Fiamme Gialle palermitane in concomitanza con il recente periodo di chiusura del mercato ortofrutticolo, al fine di individuare attività parallele di vendita abusiva all’ingrosso di prodotti ortofrutticoli. Ed infatti, l’attività svolta consentiva di individuare, nel quartiere della Zisa, una ampia struttura ove i militari operanti notavano un anomalo assembramento di persone intente a caricare su alcuni automezzi centinaia di casse di prodotti ortofrutticoli.

Dai successivi approfondimenti, è stato accertato che l’attività veniva svolta presso il capannone da una società operante nel settore della vendita all’ingrosso di prodotti ortofrutticoli, titolare di una concessione presso il mercato di via Montepellegrino e che in data 26 marzo, quindi durante il periodo di chiusura del mercato, aveva aperto l’unità locale, comunicata all’Agenzia delle Entrate come “deposito”.

Nel corso dell’intervento, inoltre, è stata constatata la presenza ingiustificata di circa 20 persone – il rappresentante legale della società, operatori e clienti – tutti sanzionati per violazione delle misure previste dai decreti in materia di contenimento dell’emergenza epidemiologica Covid19.

I controlli erano iniziati proprio nell’ambito dell’intensificazione delle verifiche del pieno rispetto delle misure adottate dal Governo per il contenimento dell’epidemia da Covid19

Gli investigatori sostengono che sarebbero anche emersi “elementi sistematici ed indiziari tali da far ritenere sussistente il pericolo di infiltrazioni mafiose tendenti a condizionare le scelte e gli indirizzi della società”.