Intimidazione e fuoco a Palermo. Un autocarro di un’impresa edile è stato dato alle fiamme nel cuore di Partanna Mondello. Questa sono i vigili del fuoco sono intervenuti in massa per il rogo di un grosso mezzo dato alle fiamme in via Aiace.

Secondo un copione ormai consolidato è stato preso di mira un mezzo di una ditta edile che stava eseguendo i lavori. Una intimidazione secondo gli inquirenti visto che il rogo sarebbe doloso come hanno accertato gli specialisti dei vigili del fuoco e gli uomini della scientifica della polizia.

Sono in corso le indagini da parte della squadra mobile su quella che sembra un’estorsione. Si stanno cercando le telecamere della zona per cercare di verificare la presenza di qualcuno attorno al mezzo bruciato e risalire all’autore del gesto.

Operazione Vento a Porta Nuova

Nel corso dell’operazione che ha portato in carcere 18 persone nel mandamento Porta Nuova sono state ricostruite due estorsioni e cinque tentativi di estorsione in danno di imprenditori e commercianti del centro cittadino. L’organizzazione avrebbe commesso due rapine per rimpinguare le casse del sodalizio.

Operazione Bivio tra San Lorenzo e Partanna

Le operazioni dei carabinieri furono messe a segno contro boss e gregari delle famiglie di Tommaso Natale, San Lorenzo, Partanna Mondello e Zen. Nel corso delle indagini sono state ricostruite dagli investigatori 19 estorsioni, tentate e consumate. Di queste solo in tre hanno scelto di costituirsi parte civile.

Operazione Stirpe a Brancaccio

In quel caso sono state ricostruire 46 estorsioni, ma neanche un imprenditore o un commerciante che abbia ammesso, sulla scorta degli elementi raccolti dagli investigatori, di aver ricevuto richieste di pizzo. Un quadro desolante quello che era emerso dall’inchiesta “Stirpe” contro il clan di Brancaccio.

La Procura aveva aperto un fascicolo per favoreggiamento a carico di una quarantina tra imprenditori e commercianti che, sentiti dopo gli arresti, hanno negato di aver ricevuto richieste di pizzo. Dalle intercettazioni, però, emergeva chiaramente che le estorsioni a Brancaccio venivano commesse a tappeto e si era arrivati ad imporre anche il pagamento di appena 5 euro per essere autorizzati a lavorare durante il mercato domenicale. La tangente a Cosa nostra, in un altro caso, sarebbe stata pagata semplicemente con la consegna ai boss di ceste natalizie. Ma i boss avrebbero anche imposto ad uno sfincionaro, oltre al pizzo, di mettere più condimento.

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