E’ scontro e botta e risposta tra sindacati categoria. Protagonisti in questo caso sono la Fillea e la Filca Cisl, sullo sfondo le sorti dei cantieri edili e dell’economia di settore in Sicilia, profondamente allo stremo. Dalla Filca il richiamo all’unità: “Il protagonismo del singolo non solo non giova ma è dannoso. Confidiamo che la Fillea Cgil di Palermo ritrovi quel sano spirito di collaborazione che oggi più che mai serve per risollevare le sorti dell’edilizia nel territorio”. A dirlo Francesco Danese (Filca Cisl Palermo Trapani) che aggiunge: “Come sindacati di categoria tutti seguiamo e monitoriamo le vicende e le vertenze sui cantieri attivi e su quelli ai nastri di partenza. Il momento è complicato per il comparto delle costruzioni tanto che Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil hanno indetto per il prossimo 15 marzo a Roma una manifestazione unitaria”.
Secondo Danese, “in un contesto così difficile è prioritario unire tutti i soggetti interessati da parte datoriale e sindacale”. “Temi così spigolosi – prosegue – non possono essere affrontati tralasciando componenti importanti del settore, dall’artigiano al grande imprenditore, al fornitore. Vanno evitate fughe in avanti di un singolo, che servono solo ad accendere riflettori personali a svantaggio dell’obiettivo comune, ovvero la ripartenza dell’edilizia”.
Proprio nei giorni scorsi la Fillea aveva denunciato con forza mettendo in fila numeri e dati la situazione del comparto.
“Dal 2008 al 2018, -ha scritto in una nota il segretario generale della Fillea Cgil regionale, Mario Ridulfo- si è persa più della metà della forza e il numero delle imprese del settore nel periodo 2009/2017 è calato del 10% (da 46.887 del 2009 a 41910 del 2017). Ma il tema- sottolinea Ridulfo- non sembra essere tuttora al centro dell’agenda politica del governo e della politica regionali”.
Secondo i dati diffusi dalla Fillea si è passati nell’isola da 150.683 occupati del 2008 ai 77. 467 del 2017 e nel 2018 il settore edile ha registrato un ulteriore calo tra l’8 e il 9% delle ore lavorate, della massa salari, dei lavoratori occupati. Agli 80 mila posti di lavoro dell’edilizia si sommano quelli dell’indotto “un effetto moltiplicatore negativo- osserva Ridulfo- che ha prodotto tra il 2008 e il 2018 una mancata occupazione nell’intera filiera delle costruzioni di 200 mila unità”.
Si aggiunge la crisi del cemento, con la produzione ridotta a un terzo in dieci anni (da 3,2 mln di t a 1,1 mln di t), quella del settore marmo, nonostante le produzioni di qualità a partire dal marmo estratto nel distretto di Custonaci, che occupa tutt’oggi 2.000 lavoratori. Tracollo anche per il legno con le imprese del settore in netta diminuzione: un -32% dal 2009/2017 del 32%, ( si è passati da 4.378 a 2.950 imprese). A fronte di questa situazione , la Fillea Sicilia chiede
al governo regionale di “mettere in atto tutte le iniziative per sbloccare i fondi per il completamento delle opere e l’avvio dei nuovi cantieri, cercando le responsabilità dei blocchi e risolvendo l’annoso problema della mancanza in tanti casi dei progetti esecutivi. Tenendo comunque ferme- conclude Ridulfo- le regole a garanzia della legalità e della trasparenza”.
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