Il Cabs ritorna sulla brutale uccisione di un giovane Avvoltoio Capovaccaio, sparato e lasciato a marcire sul terreno nei pressi di Mazara del Vallo. Il rarissimo animale, il cui ritrovamento è stato consentito solo grazie ad un trasmettitore satellitare che portava sulla schiena, faceva parte di un progetto di reintroduzione di questa specie, ormai praticamente estinta in Italia. Senza il monitoraggio satellitare, infatti, nulla si sarebbe saputo della sua uccisione, così come nulla si sa delle innumerevoli specie protette uccise abusivamente in tutta la Sicilia nei primi dieci giorni di caccia, tra cui Falchi pecchiaioli, Rondini comuni, Tortore dal collare ed altri piccoli uccelli.
“Quanto accaduto richiama le responsabilità della Regione Sicilia che ha inopportunamente previsto la pre-apertura della caccia e la possibilità di uccidere i piccoli uccelli in settembre, non rispettando così le prescrizioni dell’ISPRA, organo tecnico deputato al rilascio di pareri sui calendari venatori delle regioni – sottolinea il Cabs -. Ma richiama, altresì, le responsabilità del Ministero dell’Ambiente (che dovrebbe esercitare il potere sostitutivo nel caso di calendari regionali che non rispettassero i pareri dell’Istituto, con possibile danno per le specie selvatiche) e di tutte le Forze di Polizia. La Sicilia occidentale, infatti, è stata indicata nel Piano Nazionale Antibracconaggio approvato dal precedente governo, quale Black-spot, un buco nero nel quale vengono ogni anno perpetrati dai cacciatori centinaia di migliaia di reati, come l’uccisione di specie acquatiche protette nelle diverse zone umide della provincia di Trapani o quella di specie protette e non (come fringuelli, quaglie, tordi ed allodole) per l’uso indiscriminato di richiami elettroacustici di genere vietato, il cui utilizzo è diffusissimo sulla terraferma ed alle Isole Egadi.
Proprio per far fronte a questo intollerabile stato di cose il Ministero dell’Ambiente aveva delegato il Nucleo CITES di Palermo dei Carabinieri Forestali ad attuare una specifica forma di coordinamento tra tutte le Forze dell’Ordine competenti alla vigilanza sull’attività venatoria – quindi anche Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, Corpo Forestale Regionale ecc. – allo scopo di realizzare controlli efficaci contro il bracconaggio su tutto il territorio della Sicilia occidentale. Dove sono questi controlli? Quale programmazione è stata posta in essere e quanti sono stati i reati contestati ai bracconieri dal 1° settembre ad oggi? si chiede il CABS.
In presenza di controlli efficaci probabilmente i malintenzionati avrebbero avuto ben altre difficoltà e maggiori timori nel colpire le specie protette” conclude.
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