“La morte di padre Bartolomeo Sorge lascia un vuoto nella società italiana, in cui si è impegnato con tutta la sua grande cultura e passione fino agli ultimi giorni. Non ha esitato a schierarsi in prima fila per combattere le diseguaglianze, le ingiustizie, la mafia e lascia ai giovani una ricca eredità di pensiero, di valori, di esperienze”. Lo dichiara il presidente della Repubblica Sergio Mattarella commentando la scomparsa di padre Bartolomeo Sorge. “Mi unisco al cordoglio dei suoi confratelli e dei tanti che lo hanno incontrato nella vita, apprezzandone con riconoscenza insegnamenti e testimonianza”, aggiunge.

“Con padre Bartolomeo Sorge scompare un teologo e un intellettuale raffinato che ha profuso in Sicilia grande impegno per diffondere nel tessuto sociale isolano la cultura della legalità, divenendo punto di riferimento per le classi dirigenti, non solo politiche. A nome personale e dell’intero governo della Regione le più sentite condoglianze” sottolinea il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci.

“Padre Sorge ha avuto un importante ruolo nel più ampio impegno dei gesuiti nella storia di cambiamento della città e della politica nazionale. Un impegno che ha trovato a Palermo momenti di anticipazione e di sperimentazione di rinnovamento etico, culturale e politico sin dai primi anni ’80 e nel cui contesto trovarono spazio e voce istanze e modelli diversi”. Lo dice il sindaco, di Palermo, Leoluca Orlando.

“Fra questi – aggiunge – alcuni legati alle forme-partito ancorate ad un approccio ideologico ed altri, che con le esperienze della Primavera trovarono il proprio punto di partenza e sono proseguite negli anni, improntati al rinnovamento delle forme della politica e della partecipazione, non più legati alle ideologie quanto ad una visione di sviluppo delle comunità nel più ampio contesto globale”.

La figura di p. Sorge ha segnato profondamente la storia recente di Palermo facendo dell’Istituto Arrupe uno dei luoghi simbolo della ‘Primavera’”. Così l’istituto Pedro Arrupe di Palermo ricorda Padre Bartolomeo Sorge, ex direttore del Centro studi. “Impossibile, in poche righe – prosegue la nota -, sintetizzare il patrimonio di idee, intuizioni, suggestioni lasciate a noi che abbiamo avuto il privilegio di lavorare con lui. Preferiamo ricordare ciò che disse durante un incontro in Istituto tanti anni fa: ad una persona, preoccupata per le sorti di Palermo, che gli chiedeva, con tono accorato, ‘Padre, di quale morte dobbiamo morire?’, padre Sorge rispose che era forse meglio parlare ‘di quale vita dobbiamo vivere’. E questo richiamo alla vita risuona ancora più forte, nella giornata della sua scomparsa, e costituisce per noi la sua testimonianza più importante”.

“Padre Bartolomeo Sorge è stato un punto di riferimento per intere generazioni di cattolici siciliani, non risparmiando mai il suo impegno nella lotta contro la mafia e nella promozione di una cultura della legalità. Pensatore visionario e intellettuale di rilievo, è stato, insieme a Padre Ennio Pintacuda, una guida preziosa per la mia formazione personale e non posso che ricordarlo con grande affetto e stima, auspicando che il suo contributo possa essere d’esempio per le giovani generazioni”. Lo dice l’assessore regionale all’Istruzione Roberto Lagalla.

‘Arcivescovo di Palermo Mons. Corrado Lorefice ricorda con affetto padre Bartolomeo Sorge “in questo giorno in cui la liturgia ci fa celebrare la speranza che Gesù Risorto non perde mai nulla e nessuno di ciò e di coloro che il Padre gli ha affidato”. Indissolubile il legame tra padre Bartolomeo Sorge, la città di Palermo e la comunità ecclesiale del capoluogo:

“La sua presenza – sottolinea l’Arcivescovo – è stata determinante per la storia di Palermo in anni di grande sofferenza e travaglio ma anche di riscatto dalla morsa e dalle connivenze mafiose. Padre Sorge ha saputo stimolare le coscienze ispirando e sostenendo un incisivo rinnovamento sociale e culturale”. Gesuita, teologo e politologo, padre Bartolomeo Sorge ha diretto “La Civiltà cattolica” dal 1973 al 1985, “Aggiornamenti Sociali dal 1997 al 2009 e “Popoli” dal 1999 al 2005. E’ stato per più di un decennio direttore dell’Istituto di formazione politica “Pedro Arrupe”, da lui fondato nel 1985. Tra i suoi ultimi contributi, quelli sul cattolicesimo sturziano e sulla presenza dei cattolici in politica.