Sicilia al quarto posto nella speciale classifica nazionale per presenza di imprese femminili alle spalle della Campania, terza, del Lazio, seconda regione, e della prima, la Lombardia con 180.260 imprese registrate.
Dai dati elaborati da UnionCamere Sicilia, relativi all’andamento delle imprese “rosa” nel terzo trimestre 2019, si evince che il numero di quelle registrate nell’Isola è di 114.216, con 1.459 iscrizioni, 1.168 cessazioni e un saldo positivo di 291. Va detto che, in generale, il saldo è positivo per quasi tutte le regioni e anche per l’Italia, a parte Liguria e Friuli Venezia Giulia per un numero davvero molto esiguo.
Le province siciliane con il maggior numero di imprese femminili sono nell’ordine: Catania 24.623; Palermo 23.505; Messina 14.488, Trapani 12.238 e Agrigento 10.246, che vantano tutte un anche un saldo positivo; seguono Siracusa (saldo -16); Ragusa 8.685; Caltanissetta 6.053 (-12); infine Enna 4.215.
“Il dato molto interessante è quello relativo appunto al numero di imprese guidate dalle donne che ci piazza a livello italiano davanti a regioni come il Veneto, il Piemonte, la Toscana e l’Emilia Romagna, che certamente hanno una tradizione di tessuto imprenditoriale molto più viva e più forte rispetto a quella siciliana – dice Pino Pace, presidente di UnionCamere Sicilia -. In Sicilia anche il commercio al femminile resta il settore con il numero maggiore di imprese registrate nonostante la crisi degli ultimi dieci, dodici anni e questo significa che comunque le nostre aziende “rosa” hanno avuto la capacità di stare sul mercato”.
“I settori più rosa sono il commercio all’ingrosso e al dettaglio, ma anche l’agricoltura, silvicoltura e pesca, le attività di alloggio e di ristorazione, servizi e manifatturiero – il segretario generale di Unioncamere Sicilia Santa Vaccaro – a seguire attività di noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese, le costruzioni”.
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