Sotto l’albero di Natale il sindaco Roberto Lagalla trova, finalmente, una maggioranza stabile. O forse no. Il primo cittadino sembra l’abbia chiesto a Babbo Natale ma anche lui, come gli alleati, sembra aver deciso di fare i capricci. Così anche a fine anno si va avanti fra mugugni interni e dissidi in Consiglio Comunale. Nonostante una coalizione ormai formata da 26 consiglieri comunali su 40 (ne basterebbero 21), dopo gli ingressi di Fabrizio Ferrandelli e Leonardo Canto in Lavoriamo Per Palermo, il centrodestra non riesce a scendere in campo compatto a Sala Martorana. Pochi gli atti votati. Al netto delle convergenze sui documenti d’indirizzo dell’Amministrazione, come ad esempio il bilancio consolidato e l’avanzo vincolato, sulle altre delibere si fa fatica, con numeri risicati o addirittura insufficienti.

Il centrodestra stenta in Consiglio Comunale

La dice lunga sul clima che si respira quanto avvenuto in aula durante il voto sul progetto del porticciolo della Bandita. Durante il dibattito, il numero legale è stato ballerino e l’aula è stata tenuta in piedi dalla presenza delle opposizioni. Sullo sfondo le spaccature ancora presenti sul voto del famoso regolamento movida.

Ma a far risaltare le tensioni sono stati gli eventi in Consiglio Comunale nella giornata di mercoledì 20 dicembre,  quando il capogruppo di Fratelli d’Italia Giuseppe Milazzo è saltato sui tavoli della Giunta e della presidenza, impedendo di fatto al presidente in pectore Giuseppe Mancuso di  proseguire i lavori.

Milazzo difeso dai meloniani

Gesto che i meloniani hanno classificato come “estrema protesta“. Qualche esponente del partito ha paragonato il gesto dell’eurodeputato al battito di tacchi di Nikita Kruscev. Un volo eccessivamente pindarico ma che ha palesato la volontà di FdI di far quadrato sul massimo alfiere in Consiglio Comunale e prossimo candidato nella tornata elettorale europea del 2024 alla ricerca di un secondo mandato da europarlamentare.  E proprio l’appuntamento politico di giugno rappresenta una cartina di tornasole per tanti e potrebbe avere diverse refluenze anche sulle attività politiche del centrodestra.

Un asse moderato che si rafforza

Intanto, però, c’è un asse  moderato che cresce e si rafforza. Fronte nel quale l’ingresso di Ferrandelli e Canto ha cambiato qualche equilibrio di coalizione. Quel che è certo è che il “caso Milazzo” ha scosso le fondamenta di una coalizione che, in Consiglio Comunale, sembra soffrire gli strascichi di un rimpasto chiuso più per sfinimento che per un reale accordo. Fatto palesato dal rinvio della questione dei posti di sottogoverno, che doveva essere trattata oggi ma sarà affrontata dopo le feste e comunque rinviata a data da destinarsi. Fratture che pesano giorno per giorno nelle attività d’aula e sulle quali le opposizioni sono tornate a far sentire la propria voce. In una nota congiunta firmata da tutti i 14 consiglieri comunali, infatti, i gruppi di PD, M5S, Progetto Palermo e “Oso” sono tornati a chiedere risposte su quanto avvenuto in aula mercoledì, annunciando la richiesta di un incontro con questore e prefetto.

Lagalla glissa ma pretende risposte

E Lagalla? E’ il re del dribbling. Sulla questione fondamentalmente ha glissato anche stavolta. Non c’è una presa di posizione del primo cittadino. Non c’è una condanna diretta di quanto avvenuto in aula. La scelta è quella di lasciare alle anime della coalizione il confronto senza un arbitro. Quel che il sindaco ha certamente chiesto è un’accelerazione decisa sul regolamento movida. Lo ha fatto durante la conferenza stampa di presentazione dei lavori dello svincolo di Brancaccio. Lo ha fatto subito dopo il vertice straordinario del Comitato Ordine e Sicurezza in merito ai gravi fatti di cronaca avvenuti negli ultimi giorni. Basterà a risolvere i problemi della malamovida in centro? Probabilmente no. Ma costituisce, a dire del primo cittadino una risposta che la politica deve dare alla cittadinanza, in particolare a quel polo imprenditoriale che fa dell’intrattenimento la propria ragione economica e di vita.

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