Bilancio, risoluzione delle emergenze e riorganizzazione degli uffici e delle società Partecipate: il sindaco di Palermo Roberto Lagalla è intervenuto in Consiglio Comunale per presentare le linee programmatiche che dovrebbero contraddistingue l’azione di governo della nuova Amministrazione.

“Oggi comincia una nuova stagione, più collegiale – ha dichiarato Roberto Lagalla in chiusura dell’intervento -. E’ chiaro per tutti noi che è giusto ed è doveroso che la massima e più focalizzata attenzione resti concentrata sul tema degli equilibri di bilancio e sull’utilizzo delle disponobilità economiche. E’ solo attraverso questo che le proposte sostenibili nell’interesse dei palermitani possano trovare realizzazione”.

L’emergenza rifiuti

Passaggi, quelli sul riequilibrio e sull’accordo con lo Stato, che il sindaco ritiene necessari per potere realizzare il programma. “Il bilancio non è uno strumento contabile, ma l’atto più nobile da un punto di vista politico per l’attività di un’Amministrazione e di una comunità che decide. E’ solo dall’armonizzazione del bilancio che discerne la possibilità di dare attuazione a programmi e progetti che, in caso contrario, diventano delle mere declinazione. Questo è il motivo per il quale entro il 31 dicembre daremo luogo all’organizzazione degli uffici”.

Indirizzo politico che verte inevitabilmente sulla risoluzione delle emergenze in città. Fra queste quella legata ai rifiuti. Settore sul quale Palermo, in particolare le periferie della città, è nettamente in crisi. Un’uscita dal gaudo sulla quale Roberto Lagalla individua una possibile direttrice, ovvero il potenziamento del personale di Rap. “Sono in corso le operazioni di potenziamento della struttura di Rap, con 40 milioni di euro già messi a disposizione dalla precedente amministrazione per la raccolta differenziata e per la raccolta dei mezzi, a cui abbiamo aggiunto 60 milioni con fondi PNRR. Le schede tecniche sono state già inviate al ministero. Siamo quindi in fase di progettazione”.

“Palermo non si ripulirà in una settimana”

Un problema che non basta a spiegare le inefficienze nella raccolta dei rifiuti in città e sulle quali Lagalla punta, oltre che sulle assunzioni, anche su un potenziamento delle strutture.

“Credo che esista in Rap un altro problema, ovvero la gestione del trattamento dei rifiuti. Siamo ben lontani dagli obiettivi dell’economia circolare. Dobbiamo porci il problema del Polo Tecnico di Bellolampo.  Abbiamo risolto il contenzioso fra la Curatela ex Amia e la Rap, che ha portato ad una decongestione di accantonamenti di una quarantina di milioni di euro e con una riduzione del risarcimento a soli nove milioni di euro. Ci siamo assunti la responsabilità del decreto per l’abbancamento sulla terza bis e sulla quarta dei rifiuti presenti sullo spiazzale del TMB. E’ facile dire che la città è sporca. Ma è chiaro che Roma non si è fatta in un giorno e che Palermo non si pulirà in una settimana”.

Piano di pulizia straordinario e termovalorizzatori

Poi una parentesi sul piano di pulizia straordinario avviato dall’Amministrazione. “In questi giorni, i detrattori hanno dichiarato che non saranno le operazioni straordinarie di pulizia a risolvere i problemi. E’ vero – ammette Lagalla -, ma lo abbiamo voluto fare per due motivi: il primo è dimostrare ai cittadini quanto sia meglio una strada pulita rispetto a una sporca, e quanto la pulizia possa costituire da deterrente per non buttare ogni cosa del ciglio della strada”.

Un discorso, quello sul piano di gestione dei rifiuti, che si sposta inevitabilmente su uno dei temi centrali della campagna elettorale appena conclusa, ovvero i termovalorizzatori. Tema sui quali Roberto Lagalla ‘perde’ la compostezza che lo ha contraddistinto per tutto il suo discorso in Consiglio Comunale, attaccando le opposizioni.

“Sono piovute critiche per una direttiva pubblicata da Rap e relativa ai termovalorizzatori. Mi comunica l’azienda di avere fatto un’informativa ai sindacati sul tema in questione. E’ chiaro che la decisione sul piano industriale è una decisione operativa e, in ogni caso, c’è un passaggio da assolvere con la SRR. Sui termovalorizzatori, ai quali non sono personalmente contrario, è chiaro che si sta parlando di una competenza che non spetta a noi. Come tutti sanno è di competenza nazionale o di competenza comune con la Regione. Quindi è chiaro che chi ha abbaiato prima del tempo non conosca i passaggi“.

Priorità agli equilibri di bilancio

Un lungo discorso, quello del primo cittadino, tenuto all’alba di un nuovo corso politico, che vedrà un asse di centrodestra ben definito fra Palermo, la Regione Siciliana e il Governo Nazionale. Una linea che congiuge Palermo a Roma, rappresentata anche da Carolina Varchi, parlamentare di Fratelli d’Italia rieletta alla Camera dei Deputati in questa tornata elettorale. Ed è proprio sui rapporti con il Governo nazionale che si gioca un’importante battaglia per il futuro del capoluogo siciliano, ovvero la revisione dell’accordo con lo Stato.

“Il risultato conseguito fino ad adesso non è di poco conto nè di totale giovamento. Certamente l’allarme finanziario non termina qui. Si dovrà andare a realizzare la definizione della sottoscrizione del patto con lo Stato e dello stesso piano di riequilibrio. I due atti sono fra loro collegati ed interdipendenti, ma certamente occorre accelerare lo sottoscrizione del primo, perchè nella redazione del bilancio bisognerà tenere conto dell’aliquota statale, fissata ad oggi in 185-186 milioni di euro. Cifra assolutamente insufficiente per le esigenze del comune di Palermo ma determinata dal quadro debitorio di Palazzo delle Aquile, ad oggi oggettivamente non deficitario rispetto a quello di altri Comuni”.

Un aspetto sul quale Roberto Lagalla ha tenuto a sottolineare la necessità di revisione dei termini. “Si tratta di continuare il negoziato con lo Stato, capendo il concetto che un Comune non muore solo di debiti, ma anche per soffocamento da eccesso di credito. Questo è quello che accade nella nostra fattispecie. Abbiamo quindi chiesto una norma ad hoc per risolvere la situazione di Palermo. Ogni cosa va storicizzata e contestualizzata. Abbiamo dato la nostra disponibilità a sottoscrivere l’accordo con lo Stato ma, allo stesso tempo, a rivederlo. Il Ministero dell’Interno si è detto disponibile a riattivare il gruppo di lavoro, proprio per potere intervenire entro l’approvazione del bilancio 22-24, per potere rivedere il patto con lo Stato”.

Le modifiche al piano di riequilibrio

Un percorso già iniziato con gli emendamenti ‘salva Palermo” approvati al Senato qualche giorno fà, con il quale si sblocca l’utilizzo delle risorse statali per bilanciare alcuni debiti finanziari. Fra queste, ovviamente, rientra anche l’aumento dell’Irpef ipotizzato nel precedente piano di riequilibrio, che risulta di conseguenza azzerrato almeno per l’annualità 2022. Strada sulla quale Roberto Lagalla vuole proseguire, razionalizzando il quadro fiscale attualmente previsto dal testo attuale del piano di riequilibrio.

Un simile atto non può essere liquidato a spese dei cittadini, con un incremento sproporzionato della fiscalità. Stiamo lavorando per potere incominciare ad intravedere tutto ciò che può costituire elemento portante dello stesso piano”. Due gli elementi individuati da Lagalla durante il suo intervento, ovvero “la riduzione delle uscite e le maggiori entrate, oltre alla copertura con l’intervento statale che noi auspichiamo in aggiunta rispetto ai 180 milioni previsti attualmente”.

A tal proposito, il sindaco illustra la sua strategia, partendo dalla rimodulazione dei fondi di provenienza extracomunale. “Molte di queste risorse, se adeguatamente spese, sono in condizione di integrare anche attività che ordinariamente hanno seguito una via di finanziamento diversa da quella dell’utilizzo degli stessi fondi, spesso soggiacenti a ritardi significativi. Faccio riferimento a tutta la sfera dei servizi sociali o alla situazione organizzativa della qualità dei luoghi, in particolare del verde pubblico. Questo è uno degli aspetti che ci consentiranno di decongestionare il bilancio”.

Il tema della riscossione

L’altro tema riguarda la riscossione fiscale, elemento portante del piano di riequilibrio. Nell’attuale schema di piano di riequilibrio è previsto un deciso aumento della capacità di remunerazione dei crediti relativi ai tributi comunali, fino al 75%. Una percentuale, al momento, ben al di sotto del 50% e sul quale Lagalla non si spinge in voli pindarici.

Mi sono fatto produrre una comparazione fra tutte le 14 città d’Italia. Devo dire che Palermo, evidentemente, è ampiamente nelle ultimissime posizioni. Chiaro è che un Comune non può sostenersi su queste basi di autofinanziamento. E’ ovvio dunque che una delle linee di lavoro è proprio quella delle condizioni di miglioramento della qualità e potenza della riscossione. E’ una forma di attenzione al cittadino. Nel momento in cui c’è una forma di liquidità derivante dalle tasse, possiamo evitare aumenti e tutelare chi paga le tasse”.

“Evidente è – sottolinea Lagalla – che se non costruisce un basamento di operatività non ci potranno essere salti quantici come quelli previsti nel testo del precedente piano. Le tasse non riscosse costituiscono un appesantimento insopportabile sul piano degli accantonamenti. E’ come se perdiamo due volte: lucro cessante e danno emergente”. Il riferimento di Roberto Lagalla è chiaramente rivolto al fondo crediti di dubbia esigibilità, nucleo pulsante del problema relativo al piano di riequilibrio.

Il fondo crediti di dubbia esigibilità

Fra le preoccupazioni del sindaco, però, c’è soprattutto l’eccessivo ricorso agli accantonamenti. “La riduzione dei debiti fuori bilancio costituisce elemento essenziale del riequilibrio – ha sottolineato Lagalla in aula -. Ciò presuppone un aumento della capacità di perfomance degli uffici comunali, anche nella gestione dei contenziosi. E’ chiaro che atteggiamenti eccessivamente protezionistici tendono generare problemi a bilancio. Nel rispetto del pronunciamento della Corte dei Conti, noi abbiamo già impartito all’ufficio dell’Avvocatura la direttiva che riguarda le percentuali da declinare rispetto al rischio di soccombenza, nel rispetto di principio di prudenza contabile”.

Riduzione della spesa e aumento delle entrate a cui Lagalla punta ad affiancare alcune mosse d’emergenza, come il ricorso ai condoni edilizi. “A questo si devono aggiungere alcune attività speciali che possono accompagnare il piano di riequilibrio. Penso al tema del condono edilizio. Da informazioni assunte, giacciono in questo momento 60.000 pratiche di condono edilizio. Per riferite carenze di personale ed incombenze d’ufficio, si evadono circa 1000 pratiche l’anno. E’ di facile evidenza pensare che ci vorranno sessant’anni per potere in qualche modo evadere questo arretrato. Sulla base di questo, stiamo immanginando di potere affidare all’esterno la gestione di tale pratiche, in modo tale da moltiplicarne lo smaltimento ed avere maggiori entrate. Se standardizziamo il numero di pratiche, è evidente che possiamo trovare delle cifra di maggiori entrate (attualmente 2,5-3 milioni) che ci potranno affiancare sul piano di riequilibrio”.

Riassetto delle Partecipate

Fra i temi affrontati da Roberto Lagalla in Consiglio Comunale vi è quello della riorganizzazione delle società partecipate. Enti che, secondo Lagalla, “espongono il Comune ad un rischio non banale, legato non tanto alla compensazione del valore dell’accordo che attraverso il contratto di servizio viene fissato, ma soprattutto legato agli extracosti. Ulteriori uscite “che devono essere preventivamente da considerare nel bilancio. Ciò almeno fino a quando i costi serviranno prevalentemente per la copertura del trattamento economico del personale, lasciando scoperte tante altre funzioni ordinarie che vengono pagate, appunto, in extracosto. E’ il motivo per il quale stiamo facendo uno scrutinio vero e proprio con tutte le Partecipate, per potere arrivare a giungere ad una riorganizzazione dei contratti di servizio, tali da mitigare al massimo l’esigenza di ricorrere ad extracosti”.

 

 

 

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