Dopo la conclusione delle elezioni a Palermo, per Roberto Lagalla è tempo di costruire la propria squadra di Governo. Parte così il toto Giunta a Palazzo delle Aquile. Il neo sindaco del capoluogo siciliano si insedierà nella giornata di lunedì 20 giugno. Momento nel quale Leoluca Orlando passerà ufficialmente il testimone da primo cittadino all’ex rettore. Lagalla sarà così chiamato a fare scelte importanti, cercando di mediare gli interessi dei partiti della coalizione.
Le regole poste da Lagalla
Con riguardo alla scelta dei futuri assessori, Roberto Lagalla ha posto due paletti invalicabili: il primo è che la lista proponente deve aver superato la soglia del 3,5%, mentre il secondo riguarda i requisiti richiesti ai futuri componenti della Giunta, ovvero competenza ed esperienza nel proprio settore. Secondo questi criteri, dalla partita sarebbe escluso Antonello Antinoro, candidato di Saverio Romano e di Noi con l’Italia, lista che si è fermata appena al 3,35%. Undici le caselle da riempire ai quali, più avanti, si assoceranno anche le presidenze di commissione.
Le opzioni dell’UdC
Fra le sigle che hanno superato lo ‘sbarramento’ imposto da Roberto Lagalla c’è l’UdC, suo partito di riferimento. La compagine capitanata a Palermo dal coordinatore cittadino Andrea Aiello, eletto alla presidenza della V Circoscrizione, potrebbe proporre come assessore il nome di Elio Ficarra, consigliere comunale uscente. Da capire la delega di riferimento, che dipenderà in parte dagli accordi instaurati tra le compagini della coalizione. Più debole invece la pista che porta all’ex assessore in era Cammarata Ippolito Russo. Per lui solo 346 preferenze nell’ultima tornata elettorale anche se, la sua esperienza nel campo del Decentramento, potrebbe giocare a suo favore.
Il dibattito interno a Forza Italia
Chiederanno due assessorati sia Forza Italia che Fratelli d’Italia. Secondo gli accordi pre-elettorali, la scelta del vicesindaco dovrebbe spettare al partito che ha preso più voti. Fra i papabili quindi torna di moda il nome di Francesco Cascio, già indicato fra i componenti di Giunta alla presentazione delle liste. Ma sulla questione potrebbe inserirsi Giulio Tantillo, colonna portante della compagine azzurra giunto alla quinta consiliatura consecutiva. Per lui potrebbe esserci anche l’opzione della presidenza del Consiglio Comunale nel caso in cui, per il ruolo di vicesindaco, Lagalla scegliesse di affidarsi ad una personalità di Fratelli d’Italia che, da questo punto di vista, rimane alla finestra.
Sul fronte assessorati, il nome forte della compagine azzurra è quello di Rosi Pennino, prima dei non eletti durante l’ultima tornata elettorale. Un profilo che rispecchierebbe i requisiti proposti da Roberto Lagalla per la delega alle Attività Sociali, vista anche la lunga militanza nell’associazionismo di settore. Nome sul quale si sta spendendo personalmente il coordinatore regionale Gianfranco Miccichè, che dovrà comunque lasciare la nomina del secondo assessore alla componente di Sicilia Futura, legata al deputato regionale Edy Tamajo. Scalpitano sia Ottavio Zacco, primo degli eletti nella lista di Forza Italia, che Gianluca Inzerillo. Per i due, in caso di mancata nomina in Giunta, possibile inserimento nelle commissioni già presiedute durante la scorsa consiliatura (IV per Inzerllo e VI per Zacco).
Le scelte in Fratelli d’Italia
In posizione di attesa Fratelli d’italia, che aspetta di capire quale saranno gli equilibri da intraprendere con i cugini berlusconiani. Se la vicesindacatura andrà agli azzurri, per Fratelli d’Italia si apriranno le porte della presidenza del Consiglio Comunale. Due i nomi forti inseriti in questa lista: quello di Francesco Scarpinato, primo degli eletti fra i meloniani con oltre 2500 preferenze, e quello di Giuseppe Milazzo, eurodeputato che dovrà decidere se mantenere o meno il doppio incarico, anche in vista del futuro appuntamento elettorale delle Regionali. Nella squadra di Governo indicata da Roberto Lagalla, c’è il nome della parlamentare Carolina Varchi, ex candidata a sindaco di Palermo e che ha fatto un passo indietro proprio per sostenere l’ex assessore regionale.
Gli equilibri sul fronte Lega
Discorso diverso riguarda Prima l’Italia, nuovo soggetto politico fondato da Matteo Salvini in vista di questa stagione elettorale. Un risultato, quello della compagine del Carroccio, decisamente deludente rispetto alle aspettative. Gli alfieri del centrodestra hanno superato di poco il 5%, fatto che comunque ha consentito di far scattare tre seggi in Consiglio Comunale, presi rispettivamente da Alessandro Anello, Marianna Caronia e da Sabrina Figuccia. Numeri che consentono ai leghisti di avere la possibilità di scegliere un assessore nella futura Giunta di Roberto Lagalla.
L’ultima parola spetterà al segretario regionale del partito Nino Minardo, ma va verso la riconferma il nome di Pippo Fallica. Un profilo che però potrebbe essere ad interim, a seconda di come andrà la tornata elettorale d’autunno per Palazzo dei Normanni. Più irta di ostacoli la strada che porta all’ex capogruppo Igor Gelarda. L’esponente del Carroccio non ha mai nascosto il suo interesse per il tema dei Servizi Cimiteriali, anche se le dinamiche di partito potrebbero ostacolare questo tipo di processo.
Le scelte dei centristi
Un assessorato a testa invece per Alleanza per Palermo, Nuova DC e Lavoriamo per Palermo. Per quanto riguarda la compagine capitanata da Totò Lentini, c’è delusione per non aver raggiunto lo sbarramento del 5% (la lista si è fermata intorno al 4,5%). Lentini, indicato in un primo momento nella rosa degli assessori di Lagalla, potrebbe in realtà rinunciare in favore di Paola D’Arpa. Ciò per preparare al meglio l’appuntamento delle Regionali.
A rischio anche il nome di Antonella Tirrito, molto vicina all’assessore Totò Cordaro ed indicata in quota civica, anche se Nuova DC e la componente di Italia Viva non hanno mai nascosto il loro supporto. Ed è proprio su Totò Cuffaro e su Davide Faraone che si accendono i riflettori. Il primo è chiamato a scegliere un nome coerente con i principi del partito e delle regole chieste da Roberto Lagalla. Il secondo è deputato a mediare gli interessi degli eletti con quelli del leader del partito Matteo Renzi, che chiede una posizione di contrapposizione rispetto all’attuale guida della città.
Lunedì la nomina di Roberto Lagalla
Intanto, una cosa è certa. Il neo sindaco Roberto Lagalla si insedierà lunedì mattina alle 9. Gli avevano proposto di anticipare la procedura a venerdì 17. Figurarsi se uno scaramantico come lui poteva accettare l’avvio del quinquennio in una data ‘maledetta’ come questa. Lunedì 20, tutto più sereno. Da quel momento il suo ruolo diventerà operativo potendo firmare ordinanze e muoversi da capo dell’amministrazione. Un evento di passaggio per il primo cittadino, che potrà così valutare al meglio la scelta dei suoi colonnelli.
Gli eletti nel centrodestra a Sala delle Lapidi
Sul fronte delle liste, la coalizione di centrodestra si è attestata attorno ad un 54% complessivo, ottenendo così 24 seggi. Nella futura composizione di Sala delle Lapidi, capofila sarà Forza Italia. La lista di Silvio Berlusconi a Palermo ha totalizzato una percentuale dell’11%, conquistando così sette seggi. Compagine nella quale vengono riconfermati Ottavio Zacco (primo degli eletti, 3364 voti), Gianluca Inzerillo (2551), Caterina Meli (3175) e Giulio Tantillo (2276). A seguire Leopoldo Piampiano (1038) e Natale Puma (1142). L’ultimo seggio se lo è aggiudicato Pasquale Terrani (734), che ha prevalso di poco su Rosi Pennino, distanziata di soli 21 voti.
Fratelli d’Italia: Fabrizio Ferrara ultimo degli eletti
Seconda lista del centrodestra è Fratelli d’Italia, che ha raggiunto il 10,1%. Al partito di Giorgia Meloni andranno sei seggi. Riconfermato Francesco Scarpinato (2594). Seguono l’eurodeputato Giuseppe Milazzo (2013), Antonio Rini, fratello dell’uscente Ilenia Rini (1735), Germana Canzoneri (1431), Tiziana D’Alessandro (1359) e l’uscente Fabrizio Ferrara (1335) che, negli ultimi seggi, ha allungato in maniera decisiva su Teresa Leto, distanziata di oltre 150 preferenze. Per la giovane candidata, rimane da capire cosa farà Giuseppe Milazzo, il quale dovrà decidere se rinunciare al ruolo di consigliere comunale o rimanere in carica a Palazzo delle Aquile, lasciando l’indennità. Ciò in virtù della carica ricoperto al momento a Bruxelles. Per il momento, può solo rimanere alla finestra per capire come si svilupperanno gli eventi.
Lavoriamo per Palermo, rimonta di Abbate nel finale
Cinque seggi conquistati invece da Lavoriamo per Palermo, lista civica di Roberto Lagalla che comprende anche donne e uomini di Davide Faraone e gli uscenti di Italia Viva. Un nodo, quello dei renziani, che potrebbe condizionare il cammino politico del “Professore” durante la prossima sindacatura, anche alla luce dell’apertura del leader nazionale del partito al gruppo del PD, in vista delle elezioni regionali e nazionale. Toccherà proprio a Davide Faraone troverà una sintesi. Quel che è certo è che il senatore avrà a disposizione una folta squadra di consiglieri comunali. A guidare la compagine sarà il capogruppo uscente di Italia Viva Dario Chinnici (1909), seguito da Giuseppe Mancuso (1183), Giovanna Rappa (923), Salvatore Allotta (828) e Antonino Abbate (811).
Anello la spunta in Prima l’Italia, Raja terza eletta per la DC Nuova
Tre seggi a testa invece per Prima l’Italia con l’uscente Sabrina Figuccia in testa alla preferenze (1838), seguita da Marianna Caronia (1764) e da Alessandro Anello (1040), che ha distaccato nel finale Salvatore Di Maggio. Fuori dai giochi il capogruppo uscente Igor Gelarda anche se, per l’esponente del Carroccio, potrebbero esserci altri ruoli in vista.
Tre seggi anche per la DC Nuova di Totò Cuffaro. L’ex presidente della Regione riesce nell’impresa di riportare il simbolo democristiano all’interno di Sala delle Lapidi. Compagine che sarà capitanata, nel prossimo Consiglio Comunale, da Salvatore Imperiale (1353), seguito da Domenico Bonanno (1086) e da Viviana Raja (989), che soffia di poco il posto a Giuseppe La Vardera. Fuori dai giochi Alleanza per Palermo, UdC, Noi con l’Italia e Moderati per Lagalla.
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