La Regione pronta a salvare i comuni siciliani in dissesto ulteriormente colpiti dall’emergenza covid19 e non in grado di sostenere lo stop alle imposte locali.

Una norma approvata in commissione Bilancio, proposta dal Governo regionale, scongiura il rischio che i comuni siciliani in dissesto debbano restituire cifre importanti. La normativa vigente prevede che gli enti in cui sia stato approvato un piano di riequilibrio finanziario poi incorsi nel dissesto, debbano restituire i sostegni economici percepiti proprio per evitare il rischio default. Per comuni importati quali Catania, Giarre e Monreale, oltre a scattare la sospensione delle somme programmate fino al 2023, dovrebbero essere avviati i recuperi di quelle già erogate. Senza la nuova norma, il capoluogo etneo dovrebbe restituire euro 4.527.851,96; Monreale, 1.980.160,56; Giarre 1.403.719,44. L’emendamento approvato in Commissione, che dovrà ricevere la ratifica del voto d’Aula, prevede che “al comma 3 dell’art.1 dopo le parole “dissesto finanziario” siano aggiunto le seguenti “ai medesimi comuni” le somme assegnate, dall’anno 2020 al 2023”.

Una modifica sostanziale che ha quale riscontro oggettivo ricadute importanti per i comuni interessati: Catania continuerà a ricevere una quota annua da 1.131.962,99; Giarre 350.929,86; Monreale 495.040,14; Avola 400.181,62; Caccamo 104.267,43; Giardini Naxos 119.843,86; Tremestieri etneo 262.617,22. Per Messina e Riposto le somme sono accantonate in attesa di approvazione da parte della Corte dei Conti dei Piani di riequilibrio finanziario, rispettivamente euro 868.037,01 e 184.419,79.

Soddisfazione da parte del presidente del Consiglio comunale di Monreale Marco Intravaia che ha visto scongiurato per il suo comune la restituzione di quasi due milioni di euro e di altri 500 mila annui da ricevere: “Ringrazio il presidente della Regione Nello Musumeci e l’assessore alle Autonomie locali Bernardette Grasso, per la sensibilità mostrata verso i siciliani e il territorio provati da una lunga crisi economica e ora dall’epidemia del coronavirus. Adesso non rimane che attendere il voto definitivo in Aula”.

Articoli correlati