“In Sicilia sono stati fatti passi avanti, tuttavia rimane ancora tanto da fare. Non accetto la logica che da questo dibattito emerga qualcuno che possa fare la lista dei buoni e dei cattivi per distinguere le persone per bene e i mascalzoni. Io sono orgoglioso della squadra dei miei assessori, lo dico senza se e senza ma. E io assumo per intero il peso delle loro responsabilità politiche, quelle penali attengono all’esercizio di chi le commette. Nessuno pensi che io sia qui per cambiare gli assessori, ma sono qui per dire con orgoglio di appartenere al partito dei garantisti”. Così il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, intervenendo all’Ars sulla questione morale in risposta ai parlamentari del M5s, che hanno criticato il governatore sostenendo che abbia girato la testa rispetto agli avvisi di garanzia ricevuti da 4 assessori per motivi differenti.

“Fino a pochi anni fa i corridoi di tutti gli assessorati erano affollati di traffichini, accattoni e lobbisti – ha aggiunto -. Persino gli uffici di gabinetto consentivano ai galoppini di fiducia di vigilare e poi riferire al politico che li aveva segnalati all’assessore di turno. Ora questa prassi è meno presente. Gli agricoltori sanno che per estirpare la gramigna non basta una sola stagione. E’ presente però la pratica dei lobbisti negli assessorati, gli ultimi fatti di cronaca lo dimostrano. Nel vuoto del nostro ordinamento il traffico di influenza finisce per diventare un reato omnibus”.

“In quest’aula gli avvisi di garanzia hanno interessato tutti i gruppi politici, compreso il M5s, e nessuno si è mai alzato dai banchi del centrodestra o del centrosinistra per puntare l’indice contro quelle persone: nessuno” ha incalzato Musumeci.

“Una cosa è l’avviso di garanzia, altra cosa il rinvio a giudizio, altra cosa ancora è la condanna di primo grado, poi c’è quella di secondo grado e quella definitiva – ha affermato Musumeci – Una cosa è la morale che codifica i valori etici personali e non collettivi, e un’altra cosa è la giustizia, che è una sorta di visione laica del governo”. Quindi il monito, rivolgendosi ai banchi dei parlamentari del M5s: “Non si confonda la giustizia col giustizialismo, come qualcuno questa sera ha tentato di fare: ha ragione il sindaco di Roma Virginia Raggi, evitiamo di trasformare l’avviso di garanzia in un manganello. Ha talmente ragione la grillina Raggi che da sindaco della Capitale d’Italia ha ritenuto di non dimettersi, nè quando ha ricevuto l’avviso di garanzia nè quando è stata rinviata a giudizio: ha fatto bene. Perché siamo all’uso politico della giustizia”. Musumeci ha quindi fatto un elenco di grillini indagati e anche i nomi di politici che dopo gli avvisi di garanzia sono stati del tutto scagionati dalle accuse.

Durissima la replica dei Cinquestelle: “Tutto quello che c’è attorno a lei sa di fetido – ha attaccato Antonio De Luca -. Non possiamo non ricordare che lei faceva finta di non sentire che i candidati delle liste che l’appoggiavano erano impresentabili. Lei diceva che non si sarebbe fatto tirare la giacchetta. Lei si è venduto la giacchetta insieme alla dignità”.

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