Una estorsione fra soggetti sottoposti ad indagini di varia natura, taluni per mafia altri finalizzati a misure patrimoniali. sarebbe stata portata a termine dal presunto boss Sandro Lo Piccolo nei confronti di Vincenzo Rizzacasa e per questa estorsione Lo Piccolo è stato, adesso, condannato a dieci anni di reclusione dalla seconda sezione del Tribunale di Palermo.

La vicenda giudiziaria la racconta questa mattina il Giornale di Sicilia. Rizzacasa, che ha il patrimonio sotto sequestro, nell’ambito di un procedimento delle misure di prevenzione, risulterebbe vittima in questa vicenda.

I giudici hanno anche disposto il pagamento di una provvisionale da diecimila euro nei confronti di un altro imprenditore, Francesco Sbeglia, anche lui in passato indagato per mafia e in questa vicenda danneggiato in quanto direttore del cantiere taglieggiato.

Sandro Lo Piccolo è il figlio/erede del presunto capomafia del quartiere Tommaso Natale. Al centro dell’estorsione ci sarebbe un investimento immobiliare da realizzare proprio nella zona di competenza dei Lo Piccolo, a Carini. E per quel residence, secondo quanto dimostrato dall’accusa almeno fino a questo grado di giudizio, il costruttore fu costretto a pagare 300 mila euro.

Rizzacasa è un imprenditore che in passato era stato arrestato, nell ambito di un’ inchiesta su mafia e appalti:
condannato a 3 anni e 4 mesi in primo grado, assieme al costruttore accusato di mafia Salvatore Sbeglia, di cui era ritenuto un prestanome, era stato poi assolto in appello e in Cassazione.

Nonostante l’assoluzione, i suoi beni sono sotto sequestro, per effetto del ‘doppio binario’ fra processo penale e processo di prevenzione. Il sequestro, però, dovrà essere nuovamente vagliato essendo uno dei procedimento conclusi sotto la direzione di Silvana Saguto, oggi indagata a Caltanissetta e sospesa da funzioni e stipendio dal Csm. A decidere dovrà essere la nuova guida della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo