Da ieri Giovanni Brusca è libero per fine pena. Una scarcerazione che avviene nel medesimo giorno in cui 15 boss vengono liberati per l’annullamento di un processo a causa di un cavillo e nel giorno in cui a Palermo si torna a sparare per strada. Una serie di coincidenze che fanno del 31 maggio un giorno buio nella lotta alla mafia.

La reazione di Maria Falcone

“Umanamente è una notizia che mi addolora, ma questa è la legge, una legge che peraltro ha voluto mio fratello e quindi va rispettata. Mi auguro solo che magistratura e forze dell’ordine vigilino con estrema attenzione in modo da scongiurare il pericolo che torni a delinquere, visto che stiamo parlando di un soggetto che ha avuto un percorso di collaborazione con la giustizia assai tortuoso”.

A parlare è Maria Falcone, sorella del giudice Giovanni Falcone, dopo la notizia della scarcerazione per fine pena di Giovanni Brusca, l’ex capomafia, poi pentito, che ha premuto il telecomando che ha innescato l’esplosivo nella strage di Capaci . Nell’attentato morirono Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti di scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo.

“La stessa magistratura – ha proseguito – in più occasioni ha espresso dubbi sulla completezza delle sue rivelazioni, soprattutto quelle relative al patrimonio che, probabilmente, non è stato tutto confiscato: non è più il tempo di mezze verità e sarebbe un insulto a Giovanni, Francesca, Vito, Antonio e Rocco che un uomo che si è macchiato di crimini orribili possa tornare libero a godere di ricchezze sporche di sangue”.

Una ferita riaperta per il Paese

“La scarcerazione di Brusca riapre una ferita dolorosa per tutto il Paese. Una vergogna senza pari, un insulto alla memoria di chi è caduto per difendere lo Stato. Serve subito una nuova legge sull’ergastolo ostativo. Nessun passo indietro davanti alla #Mafia” scrive in un tweet la vice presidente del Senato Paola Taverna. “Notizie del genere fanno male, tanto male. La legge è legge e va rispettata ma il dolore nel pensare #Brusca libero resta. Il mio pensiero in questo momento va agli eroi, famosi e meno, che hanno lottato la mafia e dato la vita per assicurare gente come lui alla giustizia”, sottolinea sempre su twitter il deputato M5S Stefano Buffagni.

Un pugno allo stomaco per il Pd

La scarcerazione di Brusca “é stato un pugno nello stomaco che lascia senza respiro e ti chiedi come sia possibile. La sorella di Falcone ricorda a tutti che quella legge applicata oggi l’ha voluta anche suo fratello, che ha consentito tanti arresti e di scardinare le attività mafiose, ma è un pugno nello stomaco” ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta, intervistato a Rtl 102.5

Una ‘vergogna totale’ vista da destra

“Una vergogna totale!”. Questo il commento dell’assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà (Lega) alla notizia che oggi Giovanni Brusca ha lasciato il carcere di Rebibbia in cui era recluso da 25 anni.

“Mi domando che Paese è – dice Samonà – quello in cui un feroce assassino, ancorché collaboratore di giustizia, può uscire dal carcere, nonostante si sia macchiato di orrendi omicidi”. “Non è questa la giustizia che vogliamo”, conclude l’assessore leghista della Regione Siciliana

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