“Gli ospedali non chiuderanno. Stiamo lavorando per individuare e attivare tutte le procedure indispensabili per la risoluzione delle carenze di organico nelle strutture di Petralia, sulle Madonie, e di Sciacca, nell’Agrigentino. Proprio ieri ho convocato e presieduto una riunione a Palazzo d’Orleans, alla quale ne seguiranno a breve altre, con tutti i soggetti coinvolti, fino alle determinazioni necessarie. Il problema, purtroppo, è strutturale: serve incrementare, nel lungo periodo, il numero dei medici impiegati nel Servizio sanitario regionale pubblico. Nel frattempo, utilizzeremo tutti gli strumenti in nostro possesso per scongiurare la chiusura dei due ospedali: lo dobbiamo a tutti i cittadini residenti in quei territori e nelle zone più periferiche dell’Isola”. Lo afferma il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani.

La manifestazione: migliaia di cittadini in strada

Una manifestazione, che ha visto anche la partecipazione di sindaci, si è svolta a Petralia Sottana per protestare contro l’ipotesi di chiusura dell’ospedale “Madonna dell’Alto”. All’iniziativa ha preso parte il vescovo di Cefalù Giuseppe Marciante, che ha parlati di “giorno del risveglio delle nostre comunità. Non possiamo dormire sogni tranquilli quando tanti problemi attanagliano la vita dei nostri territori”.

“La comunità – ha aggiunto il vescovo – si è svegliata per portare all’attenzione di chi ci governa il tema dell’ospedale;
tema di un diritto inalienabile dei cittadini. A maggior ragione per le aree interne. Il secondo risveglio deve essere quello sul tema degli incendi: occorre lavorare per prevenirli. L’altro tema sul quale dobbiamo svegliarci è quello delle strade: non possiamo accogliere turisti se non ci sono servizi: se un turista non trova un ospedale e non trova le strade, scappa. C’è ancora un altro problema serio: il tema del lavoro. Bisogna creare opportunità per i nostri giovani”. “Non importano i colori politici: la forza di un territorio – ha concluso – è il suo popolo. Sono contento che ci sono tanti giovani qui oggi, se scappano i giovani non c’è futuro”.

 

Anche il vescovo tra i manifestanti

A promuovere la manifestazione, il comitato cittadino Petralia Sottana, il Movimento civico “Pediatria a Petralia” e le consulte giovanili, coinvolgendo i sindaci del Distretto sanitario 35, i consigli comunali, le parrocchie della diocesi, le associazioni e i cittadini. L’ospedale delle Madonie versa da tempo in condizioni di emergenza: negli ultimi anni sono stati smantellati il punto nascita e il reparto di ortopedia, cardiologia, mentre l’ospedale si trova privo del reparto di pediatria dal 2021, quando l’ultimo pediatra che vi lavorava è andato in pensione. Ad oggi, il corretto funzionamento del presidio sanitario è messo in crisi dalla mancanza di 60 unità tra medici e personale sanitario, che rischia di portare alla chiusura del reparto di medicina e chirurgia, sancendo di fatto la morte della struttura.

“L’ospedale Madonna dell’Alto – spiega Damiano Librizzi del comitato cittadino Petralia Sottana – è l’unico presidio
sanitario delle Alte Madonie. Se dovesse chiudere questa struttura, saremmo costretti a spostarci a Cefalù o Termini
Imerese, vale a dire a circa 70km di distanza. È inaccettabile che l’entroterra siciliano, che vive già tante difficoltà legate
alla carenza di infrastrutture e servizi, rischi di essere privato anche dell’ospedale”.

“È inutile parlare del diritto a restare in questi posti, se non si riescono a garantire diritti fondamentali, come quello
alla salute” – spiegano Aldo Nasello e Tiziana Albanese delle Consulte Madonie -. Quella per salvare l’ospedale Madonna dell’Alto è una battaglia per salvare il futuro delle Madonie e di quei giovani che, nonostante le difficoltà, provano a non cedere al ricatto dell’emigrazione forzata”.

“Senza salute non si può vivere nelle aree interne – spiega il sindaco di Petralia Sottana, Pietro Polito, a nome dei
colleghi del distretto sanitario 35 -. Vogliamo che il lungo lavoro che da più di un anno ha coinvolto tutte le parti in causa, compresa l’Asp di Palermo e l’assessorato regionale della Salute, venga realizzato. La cosa più urgente oggi è che arrivino nuovi medici per riempire i reparti a rischio chiusura. Non ci possono essere cittadini di serie A e di serie B”.

La proposta di rilancio dell’associazione zone franche montane

L’associazione zone franche montane Sicilia, da tempo impegnata a difendere il diritto di residenza nelle terre alte siciliane, ha inoltrato al presidente Schifani e all’assessore Volo una proposta di rilancio della struttura in cui è allocato l’ospedale “Madonna SS dell’Alto” di Petralia Sottana, l’unica industria del comprensorio madonita e oggetto della manifestazione “Salviamo l’ospedale delle Madonie”, prevista per sabato 11 novembre.

Con i suoi spazi (23.106,4 mq di superfice utile), ubicato in una zona di area salubre (1000 mt slm, in piena area Parco delle Madonie), – si legge nella proposta – con intorno un contesto ideale per lo sviluppo delle attività collaterali, questo nostro ospedale può fornire la risposta di salute più importante alla quale il sistema sanitario regionale siciliano oggi non riesce a fornire risposte: l’assistenza ai pazienti multi-cronici, quelli vittime di traumi o patologie che richiedono lungi periodi di riabilitazione, i pazienti anziani e in particolare i pazienti anziani fragili”.

“Il ‘dell’Alto’ – chiosa l’associazione – potrebbe diventare uno dei più grandi centri di riabilitazione d’Italia nel settore della neurologia, pneumologica e cardiologica, patologie che colpiscono sempre più frequentemente una popolazione che invecchia”.
“Non è un progetto visionario, – affermano – è solo un’idea coraggiosa e la Regione Siciliana dispone di strumenti normativi che può utilizzare per defiscalizzare la pensione a coloro che decidono di essere curati al ‘Madonna SS dell’Alto’ di Petralia Sottana e che sceglieranno di rimanere nelle case di riposo nei 9 Comuni dell’attuale Distretto Sanitario”.

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