Nipote di 15 anni e lo zio di 60 litigano e finisce a coltellate. In via Siracusa a Marineo (Pa), scrive oggi il Giornale di Sicilia in edicola, si è acceso un violento litigio – uno dei tanti e sempre per futili motivi, – tra M. C. di 15 anni e il nonno S.L.L., un impiegato di circa 60 anni.

Ben presto la discussione è degenerata e si è via via trasformata in una furibonda lite: in pochi secondi si è passati dalla parole alle mani e poi ai coltelli.

Entrambi avrebbero riportato leggere ferite da taglio. Le urla hanno allertato il vicinato che ha immediatamente chiamato i carabinieri, accorsi subito sul luogo, dividendo i litiganti ed evitando così conseguenze peggiori.

Pochi minuti dopo l’arrivo degli uomini dell’arma sono anche arrivati due mezzi di soccorso del 118, ma i feriti hanno ritenuto di rinunciare alle cure.

Il nonno è impiegato in una municipalizzata palermitana. “ll ragazzo – spiega il sindaco  Franco Ribaudo sempre al Giornale di Sicilia – è da anni seguito dai servizi sociali in quanto figlio di genitori separati”. M.C. è uno sportivo ama il judo e lo pratica. Nel suo profilo Facebook il ragazzo ha postato alcune foto che lo vedono premiato in manifestazioni sportive.

Questo è il secondo evento che sconvolge la tranquilla comunità di Marineo nell’arco di undici giorni. Il 14 agosto, infatti, a seguito di una lite con Rosario Vivona, di trentasette anni, poi arrestato dai carabinieri della locale stazione, il marocchino Sam El Baad di 41 anni era morto in ospedale dopo sei giorni di agonia in seguito al brutale pestaggio. Sul caso stanno indagando carabinieri. Secondo quanto si è appreso Vivona era accorso in aiuto della moglie di El Baad picchiata da quest’ultimo e amica della moglie dell’omicida.

Il paese ripiomba quindi nella paura, nello sgomento e nel dolore. Non vi è un vero e proprio malessere sociale, la comunità marinese si è sempre distinta per una forte identità sociale e una profonda laboriosità. Tuttavia catalogare gli ultimi come “eventi sporadici o eccezionali” potrebbe essere una grave forma di miopia.

Tutta la comunità marinese, almeno quella che si presenta attraverso i social, prende le distanze da questi fatti criminali e li condanna. Ciò però non deve far abbassare la guardia. Le forze dell’ordine e gli uffici comunali, ognuno per le proprie competenze, stanno attentamente studiando i fatti e capire se vi sono radici più profonde in un contesto sociale che fino a poche settimane fa si era sempre distinto per la pacifica convivenza e per il rispetto della legge.

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