Il capo della banda dei furti di gasolio nella discarica di Bellolampo, in base alle indagini dei carabinieri della compagnia di San Lorenzo, è Giovanni Calò, operaio impiegato nel movimento terra.
E’ lui che impartiva gli ordini a Alessandro Milazzo, Francesco Lopitale, Marco Corona, Fausto Mangano, Ciro Aurelio, Benedetto Scariano, Rosario Di Maggio, Salvatore Lullo tutti dipendenti della Rap che aveva libero accesso ai mezzi e potevano svuotare i serbatoi di autocompattatori e mezzi pesanti come il compattatore Bomag per movimentare i rifiuti nell’impianto, o le pale cingolate, o ancora il polipo o ragno.
C’è anche in dotazione un furgone con una cisterna mobile di mille litri per fare rifornimento durante le operazioni nella discarica. Il fabbisogno di gasolio nella discarica era notevole. Per portare fuori le taniche utilizzavano il pick up aziendale. Era Calò, come si legge nell’ordinanza del gip Giulia Malaponte, ad aumentare le ore di utilizzo di un mezzo in modo tale da giustificare gli ammanchi del carburante. A fare da vedetta in tantissimi colpi sarebbe stato Giuseppe Cocuzza. La società Risorse ambiente Palermo (Rap spa) aveva appaltato un servizio di sorveglianza alla Ksm.
Ed è proprio da una denuncia dal personale dipendente del servizio di vigilanza dell’ottobre del 2017 che è iniziata l’indagine. La discarica da 29 gennaio al 5 giugno 2018, giorno del primo blitz, ogni azione nella discarica è stata ripresa dalle telecamere installate dai militari.
Il gasolio rubato veniva venduto ad un euro al litro e finiva o nel distributore Q8 di via Leonardo da Vinci quando era gestito da Francesco e Gaspare Inzerillo, o acquistato da altri ricettatori finiti arrestati nel corso dell’operazione. Una quantità davvero notevole. Un dirigente dell’impianto Vincenzo Bonanno in alcune dichiarazione fornite ai carabinieri affermava che dal 5 giugno del 2018, data dei primi arresti, al 27 luglio dello stesso anno si era registrato un risparmio mensile di carburante di 20 mila litri di gasolio.
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