Il superlatitante Matteo Messina Denaro è stato arrestato alla clinica La Maddalena di Palermo dove si trovava per un day hospital.
Dall’alfa all’omega delle cronache sui boss si trovano stazioni obbligate presso centri di cura pubblici e privati.
Luciano Liggio all’Ospizio Marino di Palermo
Sessanta anni fa Luciano Liggio, apripista delle stragi “corleonesi” , si fece ricoverare sotto la falsa identità di Michele Centineo nella struttura pubblica Ospizio Marino di Palermo, contigua al Grand hotel Villa Igea, perché divorato dall’ osteoporosi. Quando gli investigatori se ne resero conto, il latitante era già stato dimesso.
La moglie di Riina partorì in una clinica privata di Palermo
La moglie di Totò Riina, Antonietta Bagarella, egualmente latitante, partorì in una clinica privata di Palermo, dove era registrata con il suo vero nome. Anche in questo caso la scoperta avvenne in ritardo.
Il ricovero di Bernardo Provenzano a Marsiglia
E sempre durante la latitanza Bernardo Provenzano fece ricorso ad una clinica di Marsiglia per un intervento alla prostata. Quando gli inquirenti si presentarono in quella struttura trovarono solo un frammento di “Binnu” – già dimesso – e cioè un suo campione di tessuto biologico sottoposto ad esame istologico.
Messina Denaro in terapia oncologica sotto falso nome
“In ordine all’arresto di Matteo Messina Denaro, eseguito oggi in area limitrofa all’ospedale La Maddalena, si precisa che lo stesso era in terapia oncologica, sotto falso nome, presso la Casa di cura”. Lo afferma una nota della clinica privata di Palermo.
Massima collaborazione con le forze dell’ordine
“Sono state date immediate disposizioni all’amministrazione, alla direzione sanitaria, ai medici del reparto e al personale parasanitario di fornire alle forze dell’ordine, che si ringraziano, tutta la documentazione clinica del paziente e puntuali risposte alle informazioni richieste- prosegue la nota -. Si informa inoltre che nessun dipendente o collaboratore è autorizzato a rilasciare interviste e fornire alla stampa notizie coperte da segreto istruttorio “.
Il boss malato
Matteo Messina Denaro si faceva chiamare Andrea Bonafede e adesso l’inchiesta dovrà risalire alla costruzione della sua falsa identità e alle persone che erano a conoscenza di questa identità.
Il blitz
Matteo Messina Denaro era in cura per un tumore alla clinica La Maddalena di Palermo. Questa mattina si è recato nella struttura di via san Lorenzo per un day hospital programmato ma i Carabinieri lo stavano già aspettando. Al suo arrivo è scattato il blitz. L’ospedale è stato cinto d’assedio e chi arrivava per terapie, intervento programmati, analisi diagnostiche, semplici visite ai pazienti, veniva bloccato nel parcheggio o all’ingresso e identificato.
Il falso nome
Sotto falso nome era in cura da tempo. Si dice addirittura da due anni anche se il particolare non viene, al momento, confermato. E anche questo è un elemento di indagine. Bisognerà comprendere come sia stato possibile che il latitante, abbia circolato indisturbato per le vie di Palermo così a lungo.
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