E’ stato arrestato a Palermo dopo 30 anni di latitanza Matteo Messina Denaro.

Meloni: “Non abbiamo vinto la guerra”

“Oggi possiamo dire ai nostri figli che la mafia si può battere, ma non abbiamo vinto la guerra. Ma questa era una battaglia fondamentale da vincere ed è un colpo duro per la criminalità organizzata”. Così il premier Giorgia Meloni parlando con i cronisti a Palazzo di giustizia a Palermo.

“Giorno di festa, governo ha difeso il carcere ostativo”

Meloni ha aggiunto: “E’ un giorno di festa per me, che ho cominciato l’avventura che mi ha portato alla presidenza del Consiglio dei ministri dalle macerie di via D’Amelio e sono fiera del fatto che il primo provvedimento del governo che presiedo sia stato sul carcere duro”, sul regime del carcere ostativo.
“Se oggi non corriamo rischi dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro di regimi carcerari meno rigidi è perché quell’istituto fortemente voluto da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino è stato difeso dai provvedimenti del governo”.

Lotta alla mafia non sia tema divisivo

“Non voglio fare polemica su queste cose. Non penso che la lotta alla mafia possa essere un tema divisivo. Chi tenta di fare della lotta alla mafia un tema divisivo fa un favore per paradosso alla criminalità organizzata. È una battaglia che dobbiamo condurre tutti insieme, su questo eviterei di fare a chi è più bravo di chi”.

Lavorare tutti insieme

“Su questo posso dire che il governo, la politica, lo Stato, devono sostenere chi si occupa ogni giorno concretamente di questo – ha aggiunto Meloni -. È quello che il governo ha fatto sin dal suo primo provvedimento, voi lo sapete bene. E spero che su queste materie piuttosto di usarle per fare polemica, si voglia lavorare tutti insieme, se ci si crede davvero. Io ci credo davvero e sono disposta a lavorare su questo tema con tutte le persone di buona volontà”.

“Italia fiera degli investigatori”

“Al procuratore di Palermo Maurizio De Lucia e agli investigatori ho detto che l’Italia è fiera di loro e che sappiamo che questo grande risultato lo dobbiamo al loro, al lavoro quotidiano di grande dedizione che hanno condotto”. E ancora: “Oggi vince l’Italia migliore. E noi siamo il tramite per i provvedimenti migliori che possono sostenere il loro lavoro”.

“Testimone raccolto, la guerra va avanti”

Meloni, prima di giungere in Procura, si è fermata in raccoglimento davanti alla stele della strage di Capaci. Ha poi spiegato il suo gesto: “Penso fosse doveroso, è un po’ come dire che qualcuno ha raccolto quel testimone e la guerra va avanti”.

“Dobbiamo costruire l’alternativa”

“Un messaggio alla parte sana di Palermo, come quelli che davanti alla clinica hanno applaudito all’arresto di Messina Denaro? Non verranno lasciati soli, il messaggio è di continuare a credere che lo Stato può dare risposte migliori, che lo Stato c’è, si occuperà di loro, faremo del nostro meglio perché non debbano mai trovarsi nella disperazione di dover fare una cosa che non vogliono mai fare. Ma devono avere anche l’alternativa e noi dobbiamo costruire l’alternativa, dobbiamo fare tutto quello che possiamo, perché quello è lo strumento più efficace nella lotta al cancro della mafia”.

“L’Italia non ha gettato la spugna”

Meloni ha concluso, dopo la visita alla Procura di Palermo: “È una giornata epocale anche a livello internazionale? È il racconto di un’Italia che è importante anche a livello internazionale, perché conosciamo i risvolti che ha a livello internazionale. È il racconto di un’Italia determinata che non ha gettato la spugna, che è più forte, e questo è un messaggio straordinario anche per la credibilità e per la fierezza della nostra nazione”.

Articoli correlati