Messina Denaro le aveva chiamate “commemorazioni di ‘sta minchia”. Ma alla società civile, polemica più, polemica meno, questi momenti servono come collante necessario per scoprirsi uniti nel contrasto a Cosa Nostra. Perché una cosa è certa: quest’anno Matteo Messina Denaro non resterà con le quattro ruote a terra, bloccato nel traffico, per la commemorazione del 23 maggio. Il boss di Castelvetrano è in carcere e lì resterà a scontare la montagna di condanne definitive già comminate a suo carico.

Il vocale di Messina Denaro che offende la memoria di Falcone e Borsellino

Qualche giorno dopo la cattura di Messina Denaro, venne resa pubblica questa traccia audio, un vocale in cui Messina Denaro si lamentava di essere rimasto bloccato nel traffico  a causa delle “commemorazioni di ‘sta minchia”. Parlava così Messina Denaro degli onori tributati a quei servitori dello Stato uccisi anche con la sua complicità e la sua adesione.  31 anni dopo la Strage di Capaci e quella di Via d’Amelio, la catena di comando corleonese, l’ala stragista di Cosa Nostra, è stata sradicata. E’ questo il miglior tributo per onorare la memoria dei servitori dello Stato che quella mafia hanno contrastato, combattuto e per essa hanno sacrificato le loro vite. Restano zone d’ombre, aree di collusione, restano, insomma, da scoprire i volti e i nomi di quelle “menti raffinatissime” citate da Giovanni Falcone sin dal 1989,  da quando era finito nel mirino di Cosa Nostra – e non solo – con il fallito attentato all’Addaura.

De Lucia, “cattura Messina Denaro ha indebolito mafia”

Messina Denaro adesso è in carcere: un passo avanti, non una vittoria. Non è un caso che il Procuratore di Palermo sostegna che la cattura del boss di Castelvetrano abbia indebolito la mafia. Indebolita, non sconfitta. In linea anche il pensiero del ministro dell’Interno Piantedosi, presente a Palermo in occasione del tributo riservato alle vittime della strage di Capaci: ha sottolineato come “l’arresto di Matteo Messina Denaro significa la chiusura di una pagina e l’inizio di una nuova storia – aggiunge – La mafia uccideva colpendo i valori fondamentali della società civile con vittime importanti come i servitori dello stato. Adesso la battaglia prosegue perché la mafia si è evoluta, è cambiato il suo modo di agire. Il ruolo dello stato e delle istituzioni è adattarsi anche a questo mutare della mafia e non retrocedere. Come disse Falcone, la mafia è un fenomeno umano e come tale è destinato a finire. Però fino a che ci sarà l’ultimo granello di presenza, lo stato ci metterà l’ultima goccia di sudore per combatterlo”.

 

 

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